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Switch-over Campania: le immagini che gli altri non vi danno.

Anche in Campania è scoccata sul quadrante digitale terrestre l’ora dello switch-over e innumerevoli siti internet, blog, replicatori di siti e blog, giornali on line e off line, si affannano nel dare informazioni essenzialmente replicando note già… note oppure prese direttamente dal sito http://www.decoder.campaniadigitale.it/index.cfm, che magari non risolverà tutti i problemi con una forma di comunicazione interattiva ma se non altro ha non banale pregio di essere chiaro e sistematico.

Noi, però, abbiamo voluto fare di più fornendo due elaborazioni di immagini esclusive che danno il quadro chiaro della situazione di trasmissione e possibile ricezione nelle aree interessate dallo switch-over in Campania.

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RAI Futura: le novità nascoste dello switch-off digitale terrestre del Piemonte Occidentale


Siamo arrivati al completamento delle operazioni di lancio definitivo della televisione digitale terrestre nella regione occidentale del Piemonte e il quadro dei cambiamenti è sofisticato e significativo. Molti hanno dato la notizia ma altrettanti hanno dimenticato di spiegare che questo scenario rende finalmente possibile avere un’idea del panorama elettromagnetico che ci attende per il 2012 nel resto del Paese e che, per quanto riguarda RAI, risponde a criteri precisi verso obiettivi precisi: razionalità e qualità del servizio.
Le trasmissioni RAI si sono assestate su questo schema
Mux 1 (ex MUX A su H/VHF e 30/UHF da Torino Eremo): Ch. 5, 6, 9 VHF (in funzione della più piccola zona di ricezione) – 22 UHF (Rai Uno, Due, Tre, Radio 1, 2 e 3, Fd Auditorium)
Mux 2 (ex MUX B su 26/UHF da Torino Eremo): Ch. 30 UHF (Rai 4, Rai Gulp, Rai Sat Extra – Sat 2000)
Mux 3 (da Torino Eremo): Ch. 26 UHF (Rai Sat Yoyo, Rai Sat Cinema, Rai Sport più, Rai Sat Premium, Rai News 24)
Mux 4 (da Torino Eremo): Ch. 40 UHF (Rai Gulp +1, Rai Storia, Rai Scuola, Rai HD 1, Rai Test HD)
Mux 5 (da Torino Eremo): Ch. 25 UHF (Prove per la Tv in Mobilità)
Oltre al rimescolamento delle frequenze di trasmissione, che rendono obbligatoria una risintonizzazione dei ricevitori, noterete che la vecchia bipartizione "mux a" e "mux b" è stata sostituita con la nuova segmentazione in cinque multiplex possibile grazie alla disponibilità di frequenze. Grazie al riassetto delle trasmissioni è ora possibile avere dall'emissione terrestre tutti i canali che RAI attualmente produce, compresi i ben noti canali "premium" protagonisti del “tiramolla” di qualche settimana fa’, prima riservati (a pagamento) agli abbonati SKY. Risulterà chiaro a tutti, quindi, che ha avuto successo l'operazione di rientro dei propri contenuti (una sorta di "scudo tvdigitale"...) sulla piattaforma di trasmissione pubblica e soggetta al solo pagamento del canone e tutti siamo contenti: anche gli abbonati SKY possono riprendere a godere dei tre canali RAI "speciali" e tutti gli altri possono iniziare senza dover prima pagare il pedaggio.
Sul piano tecnico, invece, ci sono diverse notazioni importanti. La prima riguarda la trasmissione isofrequenza.
Trasmettere in isofrequenza significa utilizzare la stessa frequenza (lo stesso canale) per trasmettere lo stesso segnale da più antenne e da più punti sul territorio. Questa tecnica di trasmissione, possibile soltanto con il sistema digitale, ha importanti ricadute pratiche che possono essere comprese in una sola parola: razionalità. Adesso possiamo sapere esattamente su che frequenza è trasmesso il multiplex che ci interessa ed avere la certezza che senza risintonizzare il ricevitore sarà possibile ricevere lo stesso multiplex sulla stessa frequenza in tutta Italia, quando il sistema sarà a regime, perché RAI ha dichiarato di voler mantenere fisso questo schema, per quanto possibile (soprattutto in funzione degli accordi per la gestione delle interferenze con i paesi limitrofi).
Infine, non ultimo, c’è un altro vantaggio: sarà possibile ricevere anche dai mezzi in movimento, dalla macchina per esempio, perché il sistema DVB-T è incapace di gestire gli handover di frequenza come invece fanno i telefoni cellulari: senza isofrequenza poteva capitare che passando da una zona all’altra la ricezione diventava impossibile perché nella seconda zona era diversa la sua frequenza di trasmissione, oggi invece lo stesso multiplex è trasmesso sulla stessa frequenza in tutte le zone quindi la ricezione dovrebbe non solo mantenersi ma anche essere migliore nelle zone in cui sono ricevibili più segnali nello stesso momento. I problemi di interferenza da “ricezione multipla” che nella televisione analogica si trasformavano in “doppie immagini” sullo schermo, improvvisamente non ci sono più, anzi ci sono dei vantaggi: più antenne trasmettono lo stesso segnale sulla stessa frequenza e più forte sarà la somma del segnale ricevuto.
Un’altra significativa novità riguarda il multiplex RAI “1”, il più importante per il servizio pubblico, che può andare sotto il nome di: qualità per il 99% degli spettatori. Noterete che è trasmesso sia in isofrequenza sul canale UHF 22 sia in multifrequenza in banda VHF, occupando tre canali e, soprattutto, che trasporta solo tre flussi audiovideo (ovvero “TV”) e quattro flussi solo audio (etichettati come “radio”). Si tratta di una scelta chiara: trasmettere solo tre “canali TV” ed una manciata di canali solo audio significa dedicare ad ogni flusso Tv ben più dei soliti 5 o 6 megabit al secondo a cui questi tempi di switch-over ci hanno abituato. Il risultato è che RAI Uno, Due e Tre si vedranno molto meglio di prima, con meno squadrettamenti e dalla stragrande maggioranza della popolazione.
La trasmissione multifrequenza in banda VHF consentirà, invece, di costituire una segmentazione regionale indispensabile per l’offerta RAI e la diffusione di servizi interattivi mhp proprio su base regionale, con una efficiente occupazione di banda passante: ogni zona potrà avere la sua applicazione software trasmessa solo localmente e non a livello nazionale. La contemporanea emissione in banda UHF, poi, può aiutare nella ricezione di tutta l’offerta RAI con una sola antenna monobanda e, in particolare, sarà favorita la ricezione con piccole antenne portatili come quelle installate direttamente sui televisori (per esempio a forma di circonferenza) tradizionalmente più efficienti sulla banda UHF che su quella VHF (la banda UHF comprende l’intervallo intorno ai 900 MHz, mentre la VHF è al di sotto dei 200 MHz e la “dimensione dell’antenna” ottimale è direttamente proporzionale alla frequenza da ricevere), compresi i piccoli stili dei ricevitori USB da computer. Nella situazione contingente delle provincie di Torino e Cuneo, in particolare, la trasmissione (tutta in “polarizzazione orizzontale” ovvero le antenne riceventi devono essere messe come “un automobile che poggia sulle quattro ruote invece che sulle portiere”) è stata centralizzata dal tradizionale punto di emissione di Torino Eremo, uno dei primi in Italia, che probabilmente ha potuto vedere innalzata la sua potenza e quindi ampliato il suo bacino di trasmissione, un altro vantaggio non da poco per semplificare la vita agli spettatori.
Per quanto riguarda le trasmissioni in alta definizione, invece, il quadro non è affatto stabile. Nei mesi scorsi sembrava che l’intero multiplex 5 sarebbe stato dedicato a questo scopo. Il multiplex 5, viceversa, è almeno in questo momento interamente dedicato alla sperimentazione della “tv in mobilità” ovvero alla trasmissione DVB-H e DMB-T di tipo “cellulare” (che avviene dal Centro Ricerche RAI di Corso Giambone), non tanto perché adatta alla ricezione con dispositivi mobili quanto per la tecnologia utilizzata: bassissima potenza emessa da moltissime antenne direttamente sui palazzi. Rispetto alla ricezione in mobilità del più generale sistema DVB-T il vantaggio sta nel miglior controllo sulla inferiore banda passante richiesta, partendo dall’assunto che gli schermi utilizzati sono tipicamente a risoluzione più bassa rispetto ai normali televisori da 720 o 1080 linee, e nella maggiore capacità di penetrazione del segnale all’interno dei palazzi, proprio come avviene con il telefono cellulare. In fondo i 900 MHZ del GSM sono pressappoco gli stessi della banda UHF e i telefoni cellulari funzionano in linea di massima anche all’interno delle case. Quindi anche la “televisione cellulare” dovrebbe funzionare.
L’offerta HD di RAI, sul multiplex 4, è per il momento limitata al flusso “upscalato” di RAI Uno ovvero portato a 720 linee o 1080 linee dalla risoluzione standard PAL (circa 500 linee), perlomeno quando il programma trasmesso non sia nativamente prodotto in alta definizione. Il risultato è buono, a detta dei primi spettatori che hanno rilasciato commenti. C’è anche, nella lista canali, un altro canale “test” che è dedicato alla trasmissione in HD nativo di singoli eventi, come la partita di calcio Bayern Monaco - Juventus del 30 Settembre scorso. Se la matematica non è un’opinione, in caso di trasmissione contemporanea di due eventi HD (anche se compressi in MPEG-4) dovrebbe essere necessaria la temporanea sospensione degli altri flussi, la capacità del singolo canale digitale UHF è sempre 24 Mb/s, di cui almeno 10/12 occupati da un flusso FullHD. Non a caso, forse, sul multiplex 4 sono ospitati canali a definizione standard ridondanti (come Gulp +1) o con palinsesto interrompibile a piacere.
Ci pare di poter dire, concludendo, che anche i più scettici o i meno affascinati dalle possibilità di una nuova tecnologia di trasmissione hanno di che ricredersi circa la quantità e la qualità del servizio pubblico, che nei prossimi anni potrà ancora migliorare.