Cerca nel blog

Digitale terrestre: lista frequenze, PID, canali ricevibili a Roma - Aprile 2011

Ho pubblicato una nuova scansione del luglio 2015
http://federicorocchi.blogspot.it/2015/07/listaDVBTRomaluglio2015.html

E' disponibile a questo indirizzo
http://www.federicorocchi.it/DVBT/pdf/dvbtrm411.pdf
la tabella dati ricezione digitale terrestre a Roma valida nell'aprile 2011

Televisione, telematica e tecnologia: piegate ma non vinte nell’emergenza giapponese.

Homepage del sito "Tokyo Magnitude 8.0"
Avremmo fatto volentieri a meno di sperimentare ancora una volta l’assioma secondo cui la realtà supera sempre la fantasia. Nella serie TV (“anime” nel gergo degli appassionati) “Tokyo Magnitude 8.0” (http://tokyo-m8.com/) trasmessa da FujiTV alla fine dell’estate 2009 e che nello stesso anno ha vinto l'Excellence Prize nella categoria Animation al Japan's Media Art Festival, diversi edifici storici di Tokio venivano distrutti da un terremoto dell’ottavo grado Richter. In particolare veniva distrutta la Torre di Tokio costruita nel 1958 (http://www.tokyotower.co.jp/english/) fino a poche ore addietro la torre autoportante in acciaio più alta al mondo. Era alta, infatti, 333 metri quindi tredici metri in più (anche se molto più leggera, quasi la metà in peso) dell’altrettanto famosa Torre Eiffel parigina. Il modo tutto giapponese di esorcizzare paure secolari mettendole in scena non è bastato per superare con tradizionale sicurezza il terribile terremoto che ha colpito il lato est del paese, con forza addirittura maggiore di quella ipotizzata nel titolo della serie TV, la cui trama è stata costruita proprio sulla probabilità del 70% di avere nel trentennio che viviamo un terremoto di almeno 7.0 gradi Richter. Purtroppo il Giappone non ha dovuto attendere molto e sebbene la scossa sia stata di superiore intensità rispetto a quella ipotizzata nel film animato la torre non è crollata. Ha ceduto, piegandosi all’enorme energia sprigionata alle 14.46 ora locale, soltanto la parte più alta che ospita le antenne televisive digitali di NHK, l’ente televisivo giapponese con il quale RAI ha da sempre una particolare collaborazione tecnica, e di altre emittenti private tra le quali, ironia della sorte, proprio Fuji TV. Sul piano simbolico, importantissimo nella cultura nipponica, si tratta di un duro colpo ma altrettanto importante il fatto che la struttura d’acciaio, manifesto della tecnologia ingegneristica giapponese nella ricostruzione postbellica, non abbia ceduto del tutto.
Come sempre tecnologia e telecomunicazioni diventano forma e sostanza della volontà dell’uomo di gestire e sopravvivere alle emergenze della natura. Se la televisione, intesa come trasmissione broadcast di onde radio da un unico punto verso milioni di riceventi, è stata piegata proprio nell’antenna, suo elemento visibile e strutturale, ancora una volta la rete internet si dimostra in grado di resistere alle emergenze e ciò non deve stupire: è stata appositamente progettata per resistere e funzionare proprio nell’emergenza, speriamo tramontata, di una guerra nucleare. La particolarità di internet non risiede tanto nella costruzione materiale dei collegamenti (che possono avvenire anche via radio come nella tradizionale tv) quanto nel cosiddetto “strato logico” della rete, nel modo in cui l’informazione viene gestita. E’ concettualmente molto semplice.
La trasmissione “televisiva” dell’informazione (ma anche “telefonica” nella versione tradizionale a cui tutti siamo abituati da decenni) prevede un collegamento “in tempo reale” fra i due lati della comunicazione, la quale fluisce attraverso un mezzo fisico definito e stabile, fisso. Si può visualizzare, a titolo di esempio, il vecchio “telefono da spiaggia” composto da un filo teso fra due “Coppa Rica” (un tipo di gelato che andava di gran moda qualche decennio addietro).
La “messa a disposizione” dell’informazione tramite una struttura a rete come internet, invece, avviene attraverso un processo che non è soltanto fisico ma innanzitutto logico. Si scompone il flusso di informazione in pacchetti, secondo una logica precisa, che vengono lanciati nella rete raggiungendo il destinatario ognuno per suo conto, seguendo una delle molte strade a disposizione in quel momento, navigando in una struttura a maglie interconnesse ma indipendenti. Se per qualche motivo una maglia della rete viene a mancare a causa di un fattore esterno, come un terremoto che interrompe fisicamente una connessione, il sistema è in grado di gestire automaticamente un percorso alternativo. A ridosso del destinatario, infine, i pacchetti che hanno viaggiato separati vengono riuniti, si ricostruisce il messaggio originario il quale viene trattato e presentato come necessario, secondo la sua natura di testo, audio o video.
Lo “strato logico” del sistema ovvero il criterio con cui si “spacchetta” l’informazione, non si può immaginare facilmente ma la struttura a maglie interconnesse e indipendenti si. Al posto di due sole coppe di gelato e un solo filo immaginate tutti i bambini della spiaggia ognuno con la sua coppa di gelato in mano e una rete di fili tesi a formare una maglia: se la rete è ben tesa qualche segmento di filo può anche spezzarsi ma la voce trasformata in vibrazione che corre sul filo si può ancora propagare attraverso le maglie che rimangono sane e quindi essere ascoltata da tutti.
Ecco spiegato il motivo per cui, in tempi difficili, il servizio offerto dal programma Skype funziona. La voce, il testo ed il video che il software “client” Skype prende in consegna nel nostro computer viene impacchettato e lanciato nella rete formata da alcuni “nodi” principali e da tutti i singoli computer privati con Skype attivo in quel momento: in questo modo, secondo uno schema collaborativo detto P2P (peer to peer) ogni computer può diventare nodo della rete e ogni computer mette a disposizione le sue risorse per instradare i pacchetti di tutti, in una sorta di altruismo telematico concettualmente semplice ma straordinariamente intelligente.

Interrogazione parlamentare su Veneto orientale: perché ad un veterinario il compito di parlare di onde elettromagnetiche?

E' stata data pochi giorni addietro, da parte del sottosegretario allo Sviluppo Economico on.le Saglia, risposta all'interrogazione parlamentare di cui abbiamo parlato nell'articolo. La risposta è stata, come da prassi, "morbida" dando alla RAI (senza specificare Raiway) mandato di approfondire la questione, come se fino ad oggi non avesse chiaramente indicato la sua posizione riguardo il presunto problema. L'onorevole Viola interpellante ha replicato contrappuntando con considerazioni finalmente chiare ma discutibili sul piano tecnico e politico. Se non altro è chiaro che non si tratta di risolvere un problema creato da una mancanza di chi trasmette quanto favorire chi riceve, evitando ammodernamenti e riorientamenti di antenne a partire da considerazioni in ogni caso non riscontrabili sugli impianti già esistenti.
E' stato esplicitamente (ma poco chiaramente) chiesto di "potenziare la trasmissione da Piancavallo", non nel senso di innalzare il livello del segnale in uscita bensì nel senso di aggiungere al Multiplex 1 RAI, da quel punto già trasmesso sul canale 24 UHF e dedicato alla regione Friuli incorporando il TGR Friuli, anche un flusso dedicato al TGR Veneto. Questa soluzione sembra facilmente condivisibile ma ci sono evidenti problemi tecnici già ipotizzabili a partire dalla lettura del nostro articolo.

Innanzitutto, sul piano strettamente qualitativo della visione, è chiaro che aggiungendo un ulteriore flusso audiovideo bisogna diminuire la banda passante a disposizione degli altri (sebbene soltanto nei minuti in cui sono trasmessi i TGR) con conseguente peggioramento della qualità di visione, la "quadrettatura" che già rappresenta un problema per molti. Inoltre, il "Mux1 Friuli" sul canale 24 UHF già incorpora un ulteriore flusso rispetto agli altri "Mux1" d'Italia, il TGR in versione slovena (e un flusso solo audio - "radio" - in lingua slovena). Si tratterebbe, quindi, di un'ulteriore diminuzione di banda. C'è poi una terza considerazione: il TGRVeneto dovrebbe essere inserito non solo nello “stream” digitale in trasmissione da Piancavallo ma anche in tutte le emissioni di "Mux1 Friuli" dalle altre postazioni della regione Friuli, quindi anche dal trasmettitore di Udine, rendendo completamente inutile il riferimento a Piancavallo.

Ma non è tutto. Oltre la tecnica, avremmo un'area del paese elettromagneticamente unita, una macroarea (caso unico in Italia) che comprende tutto il Friuli (una regione a statuto speciale) e una parte del Veneto con tre TGR diversi (e qualità video peggiorata, anche se solo nel momento in cui sono in onda i TG regionali). Più che tecnico, quindi, appare evidente che il problema è squisitamente politico. Nel frattempo i cittadini, per risolvere i loro problemi di ricezione, possono semplicemente e tranquillamente girare un'antenna verso Monte Venda per vedere il TGR della loro regione Veneto, per il momento.

Digitale terrestre, il caso Veneto orientale si risolve con piccoli aggiustamenti

Dopo la cessazione delle trasmissioni televisive analogiche in Veneto molti cittadini - si dice “oltre centomila abitazioni del Veneto Orientale non ricevono più i canali RAI” - hanno lamentato l'impossibilità di sintonizzare diversi canali ed è scattata la protesta che alcuni sindaci hanno preso subito in carico minacciando (a lor dire solo come “provocazione”) lo sciopero fiscale verso il pagamento del canone RAI e facendo finta (speriamo) di ignorarne la natura di “tassa di possesso di apparecchio TV”. Fin qui nulla di nuovo, d'altronde in Italia a lamentarsi non si fa mai male, ma non è stata persa occasione per fare anche un po' di propaganda alle iniziative secessioniste di quel Veneto che aspira a diventare parte del Friuli Venezia Giulia.


Continua a leggere su http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=135420&sez=HOME_SCIENZA
oppure vai direttamente all'articolo più tecnico qui
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=35868&sez=HOME_SCIENZA&npl=&desc_sez=