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Tecnologia e Ferrovia: l'Italia può avere rapidamente una rete sicura ed efficiente con ERTMS e GNSS Galileo

Giorni di lutto per la regione Puglia, a causa del grave incidente ferroviario occorso sul binario semplice (la locuzione corretta per "binario unico") che collega Corato ad Andria, sulla linea delle Ferrovie Nord Barese da Bari a Barletta. Immaginate il concetto di sicurezza come una serie di dischi con un buco che ruotano impilati l'uno sull'altro: il disastro avviene quando la probabilità statistica riesce ad allineare i buchi di tutti i dischi. In questo caso la pila di eventi che si è allineata per rendere probabile la tragedia è stata costruita con pochi minuti di ritardo di uno dei treni coinvolti, la decisione di inserirne un terzo rispetto ai consueti due e chissà cos'altro che ha influenzato il comportamento dei capostazione.
Nonostante la linea su cui è avvenuto l'incidente fosse gestita privatamente aspre critiche sono state riservate come di consueto al "sistema paese", ignorando completamente quanto l'Italia sia certamente all'avanguardia per tecnologia applicata al sistema ferroviario, indipendente dall'infrastruttura fatta di binari e luoghi comuni. Gli stessi italiani che si indignano facilmente contro ogni opera pubblica si sono scandalizzati per l'assenza del doppio binario, comunque già in fase di realizzazione. I ponti su cui passano binari non si possono costruire ma altre centinaia di chilometri di binari si, ma solo quelli "lenti" per i "pendolari" perché quelli "veloci" sono per i ricchi, come nella più elementare lotta di classe che sta bloccando il paese verso una crescita logica e razionale. La stessa razionalità che dovrebbe essere alla base delle decisioni relative alla sicurezza del sistema ferroviario che non passa semplicemente su due binari con sistema SCMT continuamente citato dall'informazione come la soluzione mancante, non sapendo che si tratta di tecnologia sostanzialmente obsoleta.

di Federico Rocchi

Il GPS non è roba per ferrovie?

La domanda che tutti noi appassionati tecnologici ci siamo posti un attimo dopo la notizia è stata: "come mai nell'epoca del GPS per tutti nessun macchinista abbia pensato di usare anche una semplice applicazione per far sapere agli altri dove si trova?" La risposta è la solita, semplice: ci sono procedure consolidate, ufficiali, che non lo prevedono. Come tutti gli italiani sanno è inutile affannarsi contro le procedure, quelle sono e quelle restano fino a qualche evento esogeno che fa compiere un balzo riformista alla tradizione. In questo caso i responsabili si sono scambiati un "fonogramma" (che in gergo burosaurico significa "telefonata", succede anche nelle scuole pubbliche, dove c'è addirittura un cartaceo "registro dei fonogrammi").
Abbiamo sentito dire che il sistema GPS è "americano" e "insicuro". La rilevazione della posizione tramite satelliti sembra poco più che un gadget opzionale, forse perché incorporato in qualunque telefono da pochi euro. Di fatto, però, al momento dell'incidente funzionava e in quel momento qualunque viaggiatore sui due treni, compresi i macchinisti, poteva gratuitamente far sapere al mondo e in particolare all'altro macchinista, la propria posizione approssimata di pochi metri e di pochi secondi, insomma quanto sarebbe probabilmente bastato per far scattare una reazione. Il monitoraggio della posizione via satellite che già consente a tutti di sapere dov'è una nave, dov'è un aereo in tempo reale non sembra al grande pubblico roba per ferrovieri, probabilmente perché all'idea tradizionale di ferrovia è legato quello di galleria ma anche perché nessuno gliel'ha mai detto. Uno dei due capostazione, forse il diretto responsabile dell'errato comando, ha dichiarato "siamo ferrovieri, mica aviatori".

Il sistema di segnalazione ferroviaria SCMT e la versione interoperabile europea ERTMS

I trasponder "boe" installati sui binari nel sistema SCMT
scambiano dati con il computer di bordo per
l'elaborazione del programma di navigazione.
Ne esistono diversi tipi per compito, compatibili ERTMS.
La panacea di tutti i mali sembra risponde all'acronimo SCMT, indicato come il sistema di sicurezza ferroviario presente "nelle linee ricche" come l'"alta velocità del nord", non sulle linee dei "pendolari". Il citatissimo Sistema Controllo Marcia Treno italiano è in realtà sviluppato a partire dal 2000 e applicato in Italia su oltre 11.000 km di linee, è certificato fino alla velocità massima di 250 Km/h (e quindi non esattamente adatto all'alta velocità vera).
Balise o Boa del sistema SCMT o ERTMS
trasponder capace di ricetrasmettere
segnali localmente al passaggio del treno.
Controlla automaticamente, rimanendo "trasparente" al macchinista, la velocità massima ammessa, fino al blocco del treno. Si basa sull'uso di segnali trasmessi da "balise" (in italiano chiamate "boe", dispositivi a transponder - concettualmente equivalenti al sistema Telepass - quadrati, di colore giallo, somiglianti a elementi Lego fissati al centro del binario) al computer nel locomotore, il quale li elabora anche sulla base dei parametri del treno introdotti manualmente all'inizio della corsa. Il computer di bordo può integrare altre funzionalità, come la SSC (Sistema Supporto Condotta, attivo dal 2005, funzionante fino a 150 km e attivo su oltre 4.000 km) ma si avvia, ed è la notizia più importante, ad essere considerato una sottoparte del più generale sistema di segnalazione ERTMS-ETCS (European Rail Traffic Management System-European Train Control System), lanciato nel 2004, insieme all'Agenzia Ferroviaria Europea, come standard continentale a garantire l'interoperabilità. E' usato anche in Cina e Nuova Zelanda, un successo industriale dunque (come lo standard televisivo digitale DVB) che soltanto una Europa unita può esprimere, rendendo possibile la cooperazione fra agenzie sovragovernative e realtà industriali.

Differenza fra ERTMS
di Livello 1 e Livello 2
Lo standard europeo ERTMS-ETCS è il sistema di segnalamento e controllo che consente la circolazione di treni di diversa nazionalità su qualsiasi rete compatibile grazie allo scambio di informazioni codificate secondo un solo standard internazionale fra terra e bordo. Il sistema ERTMS/ETCS fornisce al macchinista - a partire dalla versione "Livello 1" basata su "Eurobalise", "boe" a transponder simili a quelle di SCMT - tutte le informazioni necessarie al macchinista per la guida strumentale, controllando con continuità gli effetti del suo operato sulla sicurezza nella marcia del treno e attivando la frenatura d'urgenza nel caso in cui la velocità del treno superi quella massima ammessa in funzione di parametri oggettivi relativi al tratto percorso e immessi soggettivamente all'inizio del viaggio nel computer di bordo, che può anche prendere completamente il controllo del treno.

Il primo significativo balzo tecnologico che porta a ERTMS Livello 2 si ha con l'integrazione del canale radio GSM-R, la rete GSM dedicata esclusivamente alla ferrovia, per lo scambio di informazioni tra sottosistema di terra e di bordo a sostituire la trasmissione dati locale dalla boa al treno (chiamata anche "beacon", un nome che diventerà presto popolare anche nelle nostre città) che tuttavia rimane operativa come riferimento di posizione. Al 31 dicembre 2015 sono attrezzati con ERTMS/2 645 km di linee alta velocità/alta capacità (una caratteristica della rete italiana che non prevede netta separazione fra passeggeri e merci).

Sistemi di segnalazione e controllo
nella rete ferroviaria italiana

Per la sicurezza globale della rete la tecnologia satellitare del GNSS Galileo abbatterà i costi

Sarà ormai chiaro che sono le componenti di terra da installare materialmente lungo tutta la rete l'elemento che può rallentare o frenare del tutto l'adozione generalizzata dei sistemi di sicurezza automatici, per costi e tempi. E' vero che molto dell'hardware SCMT già installato può funzionare anche con ERTMS ma solo quest'ultimo standard condiviso, o meglio la sua naturale evoluzione, potrà rendere non necessario installarne (e manutenerne) dell'altro sulle linee che ne sono sprovviste, oltre a garantire il passaggio di qualsiasi treno su tutta la rete nazionale.
Già nel novembre 2013, ad esempio, il terzo rapporto dell'Agenzia europea GSA (Global Satellite Agency) titolata "Sistemi di navigazione satellitare per le ferrovie: una rivoluzione." esponeva una chiara visione del futuro, come riportato da questa pagina di Logisticamente. "Il segnale GNSS Galileo servirà da supporto al programma europeo per introdurre globalmente lo standard ERTMS-ETCS" dichiarò Francesco Rispoli, responsabile tecnologie satellitari Ansaldo STS, ex Finmeccanica e partecipata al 50,77% da Hitachi Rail Italy dal novembre 2015. La soluzione ai problemi di sicurezza ferroviaria, rispettando il "Safety Integrity Level 4" come garantito dagli impianti di terra, è sempre più spostata verso il cielo piuttosto che verso la costruzione di infrastrutture di terra, come il doppio binario ovunque chiesto da molti.

Il sistema di navigazione GNSS Galileo è stato lanciato letteralmente in orbita il 21 ottobre 2011 con i primi due satelliti dei trentadue che ne comporranno la cosiddetta "costellazione". E' un sistema made in UE, voluto fortemente e soprattutto dai leader tecnologici  Italia e Francia non per fini militari, che si affianca ai più noti GPS americano e Glonass russo. I ricevitori a terra potranno usare indifferentemente i segnali di tutti i sistemi per aumentare la precisione o superare momenti di blocco, ma Galileo porta un grande vantaggio tecnologico essendo studiato espressamente per la navigazione civile a terra e, grazie ad una maggiore precisione nel tracciamento dell'altezza, nel cielo: con la piena operatività del sistema, a maggio 2016 costituito da 14 satelliti, la localizzazione e addirittura la guida anche da terra di un aereo, di una nave e di un treno in territorio UE non è più un sogno tecnologico ma una realtà possibile. I tre piani inclinati che ne disegnano nello spazio la collocazione dovrebbero essere popolati da tutti i satelliti del sistema nel 2020 ma a fine 2016 a prestazioni ridotte dovrebbe partire il servizio pubblico nella fase "Initial Services" e già arrivano sul mercato i primi prodotti compatibili, come lo smartphone spagnolo BQ Aquaris X5 Plus, dotato di chipset Qualcomm Snapdragon 652 (Qualcomm ha già annunciato la compatibilità Galileo per le serie 800, 600, 400).

Il vantaggio che il sistema di navigazione Galileo introduce in un solo istante su tutto il territorio europeo nell'ambito del sistema ERTMS è immediato: grazie al posizionamento rilevato tramite satellite si possono eliminare le boe materiali piazzate sui binari, rendendo superflui cospicui investimenti di denaro e di tempo. L'unione delle più recenti tecnologie di rete da terra e da satellite per legare il treno in movimento alla rete IP (GSM-R+3G/4G+Satcom) fanno il resto, rendendo inutili anche le boe residue dedicate alla trasmissione dei dati verso il treno.

Dal 2013 ad oggi sono stati fatti progressi significativi. Per integrare le possibilità di Galileo e altre infrastrutture di telecomunicazione con l'ambiente ferroviario, l'Agenzia Spaziale Europea ha lanciato l'iniziativa Space4Rail che comprende framework e progetti più specifici come il completato 3InSat (Train Integrated Safety Satellite System), sviluppato nell'ambito del framework ARTES 20 (Advanced Research in Telecommunications Systems), guidato da Ansaldo STS. Una sezione apposita del sito GSA (Global Satellite Agency) è dedicata alle applicazioni sat-ferroviarie e c'è una roadmap che conformemente al programma Horizon 2020 indica quell'anno come obiettivo per l'attuazione del piano. Sei corridoi TEN dovrebbero essere per quell'anno equipaggiati con ERTMS ma alcuni stati sono in ritardo, Germania e Francia ad esempio. Per le reti locali a bassa densità, importanti perché rappresentano circa il 50% delle ferrovie europee, 340.000 chilometri, per un volume di passeggeri che supera di 20 volte quello dei passeggeri del trasporto aereo si parla di una copertura inferiore al 50%, anche se uno studio dell'Università Bocconi, partner del progetto, prevede un beneficio dell'ordine delle decine di miliardi di euro con l'implementazione di ERTMS basato su EGNSS (acronimo che identifica l'uso congiunto del sistema Galileo con il precedentemente sviluppato sistema di terra EGNOS che serviva ad aumentare la precisione del GPS americano) sulle linee locali europee, come la nostra Bari-Barletta.

Il successo del testbed ERSAT- EAV, "versione sat" di ERTMS, in Sardegna

Con l'orizzonte europeo 2020 in lontananza, vista la leadership italiana nel campo e in seguito ai tragici eventi di questi giorni che porteranno nuove opportunità di scelta, come la possibile fusione di tutte le tratte sotto il cappello unificante di un solo gestore di rete, potremmo anche affrettare i tempi e spingere l'adozione generalizzata della versione sat di ERTMS, dopo aver deciso in anni passati di partire direttamente dal Livello 2, superando i programmi di adozione a lungo termine per le linee locali fatti fino ad oggi ( 45% delle linee secondarie). Tutto questo diventa fattibile, ricordo, evitando di dover montare boe trasmittenti ogni 1,3 km circa come previsto dal sistema SCMT (che rimarrebbe comunque integrato al nuovo sistema laddove già presente) e garantendo la massima sicurezza anche ai treni che viaggiano sullo stesso binario (anche i tamponamenti sono incidenti drammatici).

Schema del sistema ERSAT- EAV
Queste considerazioni derivano da fatti. L'Italia è dal febbraio 2015 al gennaio 2017 teatro della sperimentazione del sistema ERSAT EAV (ERTMS on Satellite – Enabling Application and Validation), un reale impiego su binario dell'integrazione fra ERTMS e EGNSS (cooperazione fra EGNOS e GNSS Galileo). Una automotrice ALn 688, approntata da Trenitalia ha percorso 7300 km lungo i binari RFI Cagliari-Oristano (San Gavino) con la supervisione di ANSF (Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria).
Automotrice ALn 688 con ricevitore ERSAT
Secondo Salvatore Sabina, a capo dei progetti satellitari di Ansaldo STS - coordinatore del progetto da oltre 5 milione di Euro e partecipato da 12 partner a maggioranza italiana (ASSTRA-ASSOCIAZIONE TRANSPORTI, Radiolabs, Sogei, Telespazio S.p.A., UB) tra cui la tedesca DB Netz - "siamo pronti per implementare le boe virtuali" e quindi superare i problemi di costo dei sistemi di sicurezza a terra della famiglia SCMT. Il quadro sarà completato anche dall'integrazione delle tecnologie di rete con radiobase piazzate ogni 7 km con le reti 4G di operatori come Vodafone e con i collegamenti dati via satellite, tutto messo a sistema per trasmettere e ricevere dati in movimento e con continuità ad ogni singolo convoglio a prescindere dalle dotazioni della singola linea. Il programma prevede ora la realizzazione, sempre in Sardegna, di una linea definitivamente assistita dal nuovo ERTMS EAV


IMHO

Come l'immediata adozione di ERTMS/2 sulla tratta Roma Napoli ha portato un considerevole vantaggio, il raddoppio dei passeggeri grazie alla possibilità di aumentare in sicurezza il numero dei treni, l'opportunità di realizzare velocemente una intera rete sotto un unico operatore e con unico sistema di segnalamento e telecontrollo, auspicabilmente ERSAT messo velocemente a regime, appare interessante sotto tutti i punti di vista, considerata anche la natura ibrida della rete italiana "Alta Velocità/Alta Capacità" dedicata sia ai viaggiatori che alle merci, le quali potrebbero quindi iniziare a viaggiare maggiormente su binario piuttosto che su gomma.


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  1. http://www.rfi.it/rfi/SICUREZZA-E-INNOVAZIONE/Tecnologie
  2. http://www.esa.int/Our_Activities/Navigation/GNSS_Evolution/About_the_European_GNSS_Evolution_Programme
  3. http://www.gsa.europa.eu/segment/rail
  4. http://space4rail.esa.int/
  5. http://space4rail.esa.int/news/tracking-trains-satellite-premiere-for-europe
  6. https://artes-apps.esa.int/projects/3insat
  7. http://www.ertms.net/
  8. http://ec.europa.eu/transport/modes/rail/ertms/what-is-ertms/index_en.htm
  9. http://ec.europa.eu/transport/infrastructure/tentec/tentec-portal/site/maps_upload/corridors_png/Europe_Corridors_ALL_web2_07_2014.pdf
  10. http://ec.europa.eu/growth/sectors/space/galileo/
  11. http://esamultimedia.esa.int/multimedia/Galileo_tour/galileo.swf?lang=gb&mylang=gb
  12. http://issuu.com/ferroviedellostatoitaliane/docs/2016_02_12_slide_senesi_ersat_confe?e=18290685/33408673
  13. http://www.fsitaliane.it/fsi/Media-ed-Eventi/Comunicati-stampa-e-news/RFI-progetto-ERSAT-tecnologie-satellitari-per-gestire-il-traffico-ferroviario-regionale
  14. http://www.gsa.europa.eu/ertms-satellite-%E2%80%93-enabling-application-validation
  15. http://www.gsa.europa.eu/gnss-applications/segment/rail/european-gnss-action-ersat-eav-project

Euro 2016 in 4K: il problema è il salotto

Finito Euro 2016, finito il divertimento in superaltadefinizione, visto che per le prossime olimpiadi non sembrano esserci possibilità di avere un flusso video UHD. Si possono quindi tirare le somme. Per questo pacchetto di partite, un tipo di ripresa molto controllato e tutto sommato facile da produrre rispetto ad altri contesti sportivi, tutto è andato per il meglio.

RAI 1 - Resto del Cielo 0

CAM e Tessera sono due cose diverse
Di fatto i 4K sono in questo momento targati RAI, che però non usa il satellite come vettore di trasporto principale. Il flusso video 4K necessita di una quantità di banda (almeno tripla di quella Full HD, ricordando che il flusso è variabile nel tempo) che solo il satellite può offrire a costi razionali. Per trasmettere lo stesso flusso via terra occorre un intero multiplex, come è avvenuto per la finale di Champions da parte Mediaset, che però non può garantire la stessa banda e quindi la stessa qualità complessiva. Per questo uso specifico, quindi, l'emissione da satellite è esattamente quello che serve ed ha un senso. I costi a carico degli utenti sono irrisori, un'antenna parabolica costa meno di 50 euro ed è oramai facile da installare. Stante che qualunque nuovo televisore 4K incorpora un sinto satellitare (per favore, non perdete tempo a trovarmi l'eccezione, diciamo che comprare oggi un televisore senza sinto satellite non è una scelta razionale) l'unico vero problema rimane la cam necessaria per usare la tessera di Tivusat. Che la cam sia potenzialmente un problema lo abbiamo sperimentato di persona perché è stato impossibile trovarla in vendita nei negozi senza tessera Tivusat, che noi avevamo già. Francamente penso che ogni nuovo televisore dovrebbe essere dotato di cam nella confezione oppure che Tivusat si impegni a garantire la presenza di cam sciolte nei negozi fisici, ad un prezzo ragionevole se non addirittura politico agli abbonati RAI.

I 4K alla prova del campo: bisogna mettersi più vicini allo schermo

Nonostante la panchina alla giusta distanza
le persone si pongono a grande distanza,
seguendo la tradizionale regola di visione.
Vale la pena di spendere banda e soldi per avere un video con risoluzione quadrupla rispetto al FullHD? Dopo aver sperimentato di persona e visto l'effetto che fa si può rispondere si, a patto di piantare alcuni paletti, alla minima distanza possibile. Una foto vale le solite millemila parole e la foto qui accanto ripresa ieri sera in occasione della finale in un punto di visione Eutelsat-RAI pubblico parla chiaro: inconsapevoli di essere davanti ad un televisore per il momento speciale gli spettatori seguono scelte tradizionali, a televisore grande corrisponde distanza di visione grande, non intuendo che il grande vantaggio della super alta risoluzione risiede proprio nella possibile più ravvicinata distanza di visione che significa maggior coinvolgimento.
Nonostante siano state piazzate delle panchine ad un paio di metri dallo schermo le persone hanno preferito mettersi più lontano, perdendo molto del vantaggio 4K. Sul piano della comunicazione, quindi, c'è molto da fare se si vuole lanciare un nuovo consumo televisivo fatto anche di nuovi contenuti che tengano conto delle caratteristiche del sistema nel suo complesso, che comprendono anche una distanza di visione prevista. Sembra cosa da poco ma questo tipo di ragionamento influenza da sempre la regia televisiva. Ora con la catena 4K si possono vedere "più cose" sullo schermo e la regia deve tenerne conto per realizzare il prodotto. L'alternativa è considerare il 4K (e l'audio pluricanale associato) come un semplice upgrade tecnologico alla tv come la conosciamo. In breve: un bel 55 pollici 4K vedetelo al massimo da due metri di distanza (l'audio potrebbe soffrirne, ma questa è un'altra storia), se il salotto è più lontano 55 pollici non bastano.

La qualità assoluta può innovare la tv

Il circuito di produzione della trasmissione 4K Eutelsat-RAI
DDay ha pubblicato un completo reportage dell'infrastruttura tecnologica messa in gioco da RAI ed Eutelsat per produrre e far arrivare alle antenne di tutta Europa e Digital News ha riportato altre interessanti considerazioni. Lo sforzo è stato significativo e la catena di trasmissione è stata più complicata di quanto si possa immaginare. Parlare quindi di qualità del video in assoluto non ha molto senso, quella la vedremo nei supporti ottici che verranno nei prossimi mesi. Il segnale è stato sottoposto in serie a due compressioni diverse, tra le quali anche la Perseus prima della messa in onda utilizzata anche da Sky. Nella trasmissione, a differenza di quanto riportato da altri commentatori, non abbiamo rilevato particolari difetti, probabilmente grazie agli oltre quaranta megabit al secondo disponibili sul trasponder satellitare. Qualcuno ha visto delle "scie" negli elementi in movimento, dando la croce alle telecamere impiegate ad Euro 2016 a loro dire "immature". Francamente io non ho visto scie nei tre televisori che ho avuto davanti, Samsung, Sony ed LG, sebbene le molte regolazioni possibili possano rappresentare un problema per un giudizio corretto.
I dati tecnici relativi alla compressione HEVC
usata nella trasmissione 4K
Avrete fatto caso che non mi sono addentrato nelle questioni che più appassionano molti esperti in discussioni ontologiche, come il tipo di compressione HEVC, il numero di fotogrammi al secondo, se progressivi o interlacciati. A mio modesto parere si tratta di aspetti poco significativi per un grande pubblico che ancora ignora i sostanziali vantaggi di uno schermo 4K (e che spesso considera complottisticamente quasi una truffa qualsiasi novità), il nocciolo della questione è la quadruplicazione della risoluzione (e l'ampliamento dello "spazio-colore" il quale stavolta non era messo in campo). E' francamente molto difficile sostenere che quadruplicare la risoluzione non apporti grandi vantaggi alla qualità visiva, come pure sostenere che si tratti di una rivoluzione che basta a se stessa: per avere una "nuova televisione" capace di creare addirittura nuovi generi la disponibilità tecnica deve tradursi in nuove inquadrature dal lato produzione e nuove modalità di visione nelle nostre case.

#RaiRio2016: racconto senza fine

Salone d'Onore del CONI delle grandi occasioni per presentare l'impegno Rai per le oramai prossime, manca un mese esatto, olimpiadi brasiliane di Rio de Janeiro. I molti presenti hanno potuto ascoltare le parole dello sport italiano e del broadcaster che più si sta impegnando per cambiare in "digitale" (ma sarebbe meglio dire "telematica") la propria pelle. La 31esima edizione dei Giochi - dal 5 al 21 agosto 2016 - si preannuncia difficile sul piano televisivo tradizionale per le 5 ore di differenza con l'Italia ma è proprio questo il caso in cui il nuovo modello multimediale, in parte già provato con Euro2016, può dare il meglio. Anche #RaiRio2016 avrà la sua applicazione Android e iOS ufficiale, affiancata però da una seconda, dedicata completamente all'interessante possibilità di visione a 360 gradi.

Il second screen RaiRio2016

Nel gergo da addetti ai lavori si chiama "second screen", la tipica fruizione di contenuti sportivi del 2016 passa attraverso l'uso contemporaneo di più schermi, al grande televisivo dedicato al video si affianca quello del telefono o del tablet per avere altre informazioni. E' il trionfo del modello "audiovideotestuale" che non prevede più distinzioni per mezzo ma considera il prodotto nella globalità degli effetti che produce. Il second screen RaiRio2016, come è già successo per Euro2016, offre contenuti gestiti attraverso una specifica applicazione sui sistemi mobili come Android e iOS, ma anche gestibili da un comune browser a sfogliare un normale sito web (www.rai.it/rio2016) come pure da una applicazione mhp che gira su un televisore connesso a internet. I contenuti possono essere di tipo testuale, come statistiche e informazioni, oppure visuale come video live e VOD per eventi non contemporanei. Sul piano tecnico non ci sarebbero problemi a permettere una parziale fruizione dei contenuti testuali attraverso l'app mhp anche a televisori e ricevitori non connessi a internet ma è chiaro che la possibilità di usare la connessione a larga banda per il video aumenta decisamente la portata dell'iniziativa.

36 flussi contemporanei

I contenuti video live sono rappresentati da un pacchetto di 36 flussi provenienti dal Brasile e tutti contemporaneamente disponibili, per gli appassionati di sport una vera manna dato che sarà possibile saltare da una qualificazione all'altra senza dover sottostare alle scelte del broadcaster via etere e, soprattutto, poter dormire la notte. Immaginiamo risulterà gradita la necessaria segnalazione automatica di inizio evento dato il gran numero di contenuti da tenere sotto controllo. Tutte le gare, ovviamente, sono rivedibili on demand scegliendo da un database sfogliabile per data, disciplina, nazione, singolo atleta, tutto quello che con l'emissione via etere (che qualcuno insiste nel chiamare "generalista" vs " tematica") non si può fare. Non sappiamo quale sarà la qualità video dei flussi streaming ma come sempre la catena prevede molti anelli in grado di influenzare il risultato che, a differenza dell'emissione via antenna, non è garantito fino allo schermo dell'utente che spesso ci mette del suo non avendo nell'ultimo anello domestico abbastanza banda passante.

L'emissione via etere

L'emissione via antenna è come sempre splittata nelle due modalità, da terra e da satellite, stavolta assolutamente sovrapponibili. L'emissione da terra, infatti, si gioverà di una novità annunciata come temporanea, la messa in onda di RaiSport 2 in alta definizione. Saranno dunque tre i canali HD dedicati alle olimpiadi: Rai Due (rete olimpica) in versione HD alla posizione lcn 501, Rai Sport 1 HD alla 557 e Rai Sport 2 HD alla 558. Gli stessi tre canali HD saranno disponibili anche da satellite - posizioni 102, 111 e 112 - con l'obbligatoria card Tivùsat inserita nel ricevitore o nella cam del televisore.

Le riprese circolari

Infine, siamo davvero curiosi di "vedere l'effetto che fa" la visione dei contenuti video a 360 gradi, 100 ore realizzate attraverso l'uso di una matrice di telecamere montate intorno ad un unico punto oppure grazie a nuovissime ed economiche telecamere integrate con lenti molto grandangolari (qui un esempio LG CAM R105). Non è chiaro se oltre ad essere "circolari" saranno anche "in tre dimensioni", obbligando ad usare uno speciale adattatore per la visione stereoscopica del tipo "Google Cardboard" (costano pochi euro, qui un esempio selezionato). L'occasione è particolarmente ghiotta perché il tipo di contenuto si presta particolarmente, a differenza di altre occasioni sportive. Una partita di calcio, infatti, vede il fulcro dell'azione come protagonista assoluta e solo una regia esterna (esperta, ricordiamo tutti la finale di Supercoppa con regia cinese) può consentire di seguire l'azione. Le gare olimpiche, invece, sono generalmente vissute contemporaneamente all'interno di uno stadio in cui anche di persona si tende a voltare lo sguardo per cogliere elementi diversi in tempi diversi. Questo non toglie che alla partenza dei 200 metri ci si concentrerà solo sulla parata dei contendenti ma prima e dopo si potrà volgere lo sguardo verso tutti quegli elementi che fanno parte dell'azione sportiva nel suo complesso ma che non possono far parte della singola inquadratura.

Il 4K grande assente

Si certo, ci stiamo rifacendo gli occhi con Euro 2016 in 4K e ci domandiamo come mai una emissione in super alta definizione sia assente nei programmi per Rio2016. Beh evidentemente dipende dalla mancanza di offerta completa del flusso 4K da parte dell' Olympic Broadcast Committee. Il CTO dell'OBS Sotiris Salamouris ha spiegato che quando nel 2009 il suo team ha iniziato a progettare la copertura dei Giochi la tecnologia 4K era un puntino lontano all'orizzonte. C'è, invece, chi è più lungimirante. Ha deciso di darsi molto da fare NHK in previsione della copertura in video 8K (sedici volte la risoluzione FullHD) e audio a 22 canali delle olimpiadi di Tokyo 2020. I tecnici giapponesi, che ricordiamo essere partner storici RAI, forniranno all' OBS 130 ore di 8K "Super Hi Vision" che comprenderanno eventi come le cerimonie di apertura e di chiusura, gare di nuoto, atletica, basket, calcio maschile e finali di judo. Queste riprese saranno messe a disposizione con un ritardo di 24 ore ed usate in Giappone per visioni test private ma anche utilizzate da NBC per realizzare un downscaling 4K HDR e Dolby Atmos da offrire ai propri spettatori, probabilmente in modalità ondemand su rete IP dato il ritardo di 24 ore rispetto al programma olimpico.


Numeri e Parole

La Rai proporrà più di 5.000 ore di trasmissione su tutti i supporti (tv, radio, web) per raccontare i Giochi olimpici e paralimpici, 24 ore su 24. La squadra della Rai sarà composta da circa 200 persone fra le quali 47 giornalisti di Rai Sport e 16 commentatori tecnici. 4 regie, 2 studi virtuali nell' IBC, 1 sulla terrazza della sede Rai. Oltre mille ore di trasmissione andranno sui tre canali televisivi. Radio Uno proporrà oltre 180 ore in diretta. 100 ore di visione a 360 gradi. Alle Paralimpiadi saranno dedicate 200 ore di trasmissione.

Antonio Campo Dall'Orto, DG Rai: "Celebreremo i Giochi con un investimento mai fatto prima. Uniremo il racconto della competizione a quello di storie più personali".

Tagliavia, Rai Digital: "Le Olimpiadi offrono contenuti ricchi, 36 flussi in contemporanea molti dei quali commentati dai giornalisti Rai. Il pallino blu sperimentato per gli Europei sarà replicato"

Fioravanti, RaiSport: "Non abbiamo dato nomi alle rubriche, per noi è un tutto che scorre in diretta e in differita. Sarà un impegno molto gravoso, commenteremo tutto. Sul web ci saranno tutte le gare commentate. Tratteremo le Paralimpiadi in modo paritetico alle Olimpiadi".

Panasonic attivissima tra ISE e MWC: proiezione ibrida Laser/fosforo e Light Id

E' nota a noi audioappassionati per straordinari apparecchi domestici col marchio Technics ma Panasonic è un'azienda a tutto tondo che copre parecchi settori di business tecnologico. Nei giorni di ISE 2016 ad Amsterdam, dedicati soprattutto al comparto B2B, ha allestito un importante stand "Robotic Experience", o RobEx, frutto della collaborazione con la società di eventi XPION. Per coinvolgere i visitatori in un'esperienza di visione realmente suggestiva sono stati utilizzati robot industriali Panasonic a muovere display da 98", con risoluzione 4K, una significativa dimostrazione di forza tecnologica.
stand "Robotic Experience", o RobEx, frutto della collaborazione con la società di eventi XPION
Due cose ci hanno particolarmente colpito, opposte per grado di complessità e costi ma entrambe di grande impatto anche pratico, la maturità della tecnologia di proiezione Laser+fosforo e la genialità dell'applicazione LightID.

Proiettori ibridi con DLP™ da 3 chip PT-RZ31K e PT-RS30K
Ibridi con DLP™ da 3 chip
PT-RZ31K e PT-RS30K
Per il mercato della proiezione professionale, quella in cui luminosità e affidabilità contano molto più di altri parametri, Panasonic lancia i proiettori ibridi Laser/fosforo con DLP™ da 3 chip PT-RZ31K e PT-RS30K, con la luminosità più elevata mai prodotta dall'azienda grazie alla tecnologia Laser Solid Shine. Questi proiettori, che verranno distribuiti sul mercato dall'autunno 2016 in versione WUXGA (1920x1200) e SXGA+ (1400x1050), con moltiplicatore di fotogrammi a 120 Hz, raggiungono i 28.000 lumen e assicurano un funzionamento continuo, grazie al doppio motore di luce che consente la sostituzione di una unità mentre l'altra rimane in funzione. La piena compatibilità con le ottiche DLP™ da 3 chip di Panasonic esistenti consente agli operatori di condividere obiettivi già in stock tra proiettori di diversi modelli.

Proiezione Laser a confronto con LED
Proiezione Laser a confronto con Led: nel piccolo riquadro a
sinistra contenuto nell'immagine si può notare come la tecnologia
dei pannelli Led non offre una luminosità maggiore rispetto
all'immagine proiettata dal proiettore laser Solid Shine Panasonic.
Davanti ai nostri occhi abbiamo potuto vedere come la luminosità di questi proiettori mastodontici sia effettivamente superiore o perlomeno equivalente a quella di un brillante pannello led. Nella dimostrazione, infatti, si era intelligentemente inglobata nell'immagine proiettata una piccola zona riprodotta da un pannello Led.
Serie PT-RZ970, tre modelli laser/fosforo DLP™ da 1 chip
Serie PT-RZ970, tre modelli laser/fosforo DLP™ da 1 chip
In caso non fosse necessaria così tanta potenza luminosa ma si voglia comunque l'affidabilità della sorgente di luce laser da 20.000 ore e il doppio drive ottico, sarà disponibile dalla prossima estate anche la serie PT-RZ970 (1920x1200), RW930 (1200x800) e PT-RX110 (1024x768), DLP™ da 1 chip, da "soli" 10.000 lumen. Tutti possono utilizzare un cavo Ethernet per flusso audiovideo e controlli fino a 100 metri di distanza. Indubbiamente l'era delle lampade a incandescenza per la proiezione è finita.

Light ID: come funziona?
Light ID: come funziona?
La tecnologia Light ID è una di quelle cose che fanno esclamare "ma come ho fatto a non pensarci prima" per la sua sostanziale semplicità, difficile però da mettere in pratica. Panasonic la immagina per applicazioni di digital signage in spazi pubblici ma non vediamo difficoltà per un uso universale, anche privato. Il funzionamento è semplice: si tratta di modulare la retroilluminazione dello schermo a frequenze più alte della "soglia di campionamento" della retina. Si ottiene un segnale luminoso invisibile all'occhio ma rilevabile dalla camera di uno smartphone gestita da apposita app. La modulazione porta l'informazione, il software la decodifica e la tratta in uno degli infiniti modi possibili. Nella dimostrazione esposta, ed il video parla chiaro, si trattava di avere un link ad una pagina di spiegazioni relative al quadro mostrato, istante per istante, sullo schermo. Dal punto di vista concettuale Light ID può essere concepito come una versione a distanza e variabile nel tempo del tag NFC, quindi. Anche in questa versione dimostrativa si vede come il sistema funzioni bene anche con due schermi affiancati, è di praticità immediata e sostanzialmente a costo zero a patto di utilizzare uno schermo Panasonic.


A pochi giorni di distanza e qualche centinaio di chilometri nel successivo impegno Mobile World Congress, Panasonic si è dedicata maggiormente all'elettronica di consumo, anche se come affermato da Tony O’Brien, Deputy Managing Director di Panasonic System Solutions Europe, “il fatturato proveniente dai settori B2B è in continua crescita". Ci permettiamo di notare che i fattori "convergenti" i quali stanno caratterizzando il decennio finiranno per mettere in discussione anche comparti e fatturati, soprattutto per le aziende come Panasonic che possono permettersi di giocare su tutti i tavoli.
La diffusione appena iniziata di "dispositivi connessi", o "internet delle cose" come si usa dire, è difficile da collocare in un ambito netto di tipo B2B o B2C, per non parlare delle tecniche di scambio dati p2p che stanno fornendo la base telematica per un mondo in cui la banda va intelligentemente gestita.

Moduli V2X Panasonic
Moduli V2X Panasonic
L'ambito automotive è certamente uno dei più interessanti. Ficosa, di cui Panasonic ha acquisito una quota del 49% nel 2015, ha presentato lo Smart Connectivity Module. Questa soluzione integra antenne, sintonizzatori e un server locale per distribuire servizi all'interno della rete locale dell'automobile non più elemento passivo e a se stante. Infatti, Panasonic ha presentato anche V2X Unit, un modulo compatto ed economico dedicato allo scambio di dati car-to-car e car-to-infrastructure, e OneConnectSM, la piattaforma utilizzata dall'azienda per sviluppare il servizio di contenuti Personal Radio by AUPEO!. Oggi OneConnectSM offre un servizio di fidelizzazione che consente ai produttori di automobili o altri di comunicare direttamente con gli occupanti dell'auto ed erogare informazioni contestuali. In questo modo diventa possibile integrare nell'audio dei veicoli messaggi di ogni tipo, dalle notifiche sugli aggiornamenti software ai promemoria di servizio.