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Euro 2016 in 4K: il problema è il salotto

Finito Euro 2016, finito il divertimento in superaltadefinizione, visto che per le prossime olimpiadi non sembrano esserci possibilità di avere un flusso video UHD. Si possono quindi tirare le somme. Per questo pacchetto di partite, un tipo di ripresa molto controllato e tutto sommato facile da produrre rispetto ad altri contesti sportivi, tutto è andato per il meglio.

RAI 1 - Resto del Cielo 0

CAM e Tessera sono due cose diverse
Di fatto i 4K sono in questo momento targati RAI, che però non usa il satellite come vettore di trasporto principale. Il flusso video 4K necessita di una quantità di banda (almeno tripla di quella Full HD, ricordando che il flusso è variabile nel tempo) che solo il satellite può offrire a costi razionali. Per trasmettere lo stesso flusso via terra occorre un intero multiplex, come è avvenuto per la finale di Champions da parte Mediaset, che però non può garantire la stessa banda e quindi la stessa qualità complessiva. Per questo uso specifico, quindi, l'emissione da satellite è esattamente quello che serve ed ha un senso. I costi a carico degli utenti sono irrisori, un'antenna parabolica costa meno di 50 euro ed è oramai facile da installare. Stante che qualunque nuovo televisore 4K incorpora un sinto satellitare (per favore, non perdete tempo a trovarmi l'eccezione, diciamo che comprare oggi un televisore senza sinto satellite non è una scelta razionale) l'unico vero problema rimane la cam necessaria per usare la tessera di Tivusat. Che la cam sia potenzialmente un problema lo abbiamo sperimentato di persona perché è stato impossibile trovarla in vendita nei negozi senza tessera Tivusat, che noi avevamo già. Francamente penso che ogni nuovo televisore dovrebbe essere dotato di cam nella confezione oppure che Tivusat si impegni a garantire la presenza di cam sciolte nei negozi fisici, ad un prezzo ragionevole se non addirittura politico agli abbonati RAI.

I 4K alla prova del campo: bisogna mettersi più vicini allo schermo

Nonostante la panchina alla giusta distanza
le persone si pongono a grande distanza,
seguendo la tradizionale regola di visione.
Vale la pena di spendere banda e soldi per avere un video con risoluzione quadrupla rispetto al FullHD? Dopo aver sperimentato di persona e visto l'effetto che fa si può rispondere si, a patto di piantare alcuni paletti, alla minima distanza possibile. Una foto vale le solite millemila parole e la foto qui accanto ripresa ieri sera in occasione della finale in un punto di visione Eutelsat-RAI pubblico parla chiaro: inconsapevoli di essere davanti ad un televisore per il momento speciale gli spettatori seguono scelte tradizionali, a televisore grande corrisponde distanza di visione grande, non intuendo che il grande vantaggio della super alta risoluzione risiede proprio nella possibile più ravvicinata distanza di visione che significa maggior coinvolgimento.
Nonostante siano state piazzate delle panchine ad un paio di metri dallo schermo le persone hanno preferito mettersi più lontano, perdendo molto del vantaggio 4K. Sul piano della comunicazione, quindi, c'è molto da fare se si vuole lanciare un nuovo consumo televisivo fatto anche di nuovi contenuti che tengano conto delle caratteristiche del sistema nel suo complesso, che comprendono anche una distanza di visione prevista. Sembra cosa da poco ma questo tipo di ragionamento influenza da sempre la regia televisiva. Ora con la catena 4K si possono vedere "più cose" sullo schermo e la regia deve tenerne conto per realizzare il prodotto. L'alternativa è considerare il 4K (e l'audio pluricanale associato) come un semplice upgrade tecnologico alla tv come la conosciamo. In breve: un bel 55 pollici 4K vedetelo al massimo da due metri di distanza (l'audio potrebbe soffrirne, ma questa è un'altra storia), se il salotto è più lontano 55 pollici non bastano.

La qualità assoluta può innovare la tv

Il circuito di produzione della trasmissione 4K Eutelsat-RAI
DDay ha pubblicato un completo reportage dell'infrastruttura tecnologica messa in gioco da RAI ed Eutelsat per produrre e far arrivare alle antenne di tutta Europa e Digital News ha riportato altre interessanti considerazioni. Lo sforzo è stato significativo e la catena di trasmissione è stata più complicata di quanto si possa immaginare. Parlare quindi di qualità del video in assoluto non ha molto senso, quella la vedremo nei supporti ottici che verranno nei prossimi mesi. Il segnale è stato sottoposto in serie a due compressioni diverse, tra le quali anche la Perseus prima della messa in onda utilizzata anche da Sky. Nella trasmissione, a differenza di quanto riportato da altri commentatori, non abbiamo rilevato particolari difetti, probabilmente grazie agli oltre quaranta megabit al secondo disponibili sul trasponder satellitare. Qualcuno ha visto delle "scie" negli elementi in movimento, dando la croce alle telecamere impiegate ad Euro 2016 a loro dire "immature". Francamente io non ho visto scie nei tre televisori che ho avuto davanti, Samsung, Sony ed LG, sebbene le molte regolazioni possibili possano rappresentare un problema per un giudizio corretto.
I dati tecnici relativi alla compressione HEVC
usata nella trasmissione 4K
Avrete fatto caso che non mi sono addentrato nelle questioni che più appassionano molti esperti in discussioni ontologiche, come il tipo di compressione HEVC, il numero di fotogrammi al secondo, se progressivi o interlacciati. A mio modesto parere si tratta di aspetti poco significativi per un grande pubblico che ancora ignora i sostanziali vantaggi di uno schermo 4K (e che spesso considera complottisticamente quasi una truffa qualsiasi novità), il nocciolo della questione è la quadruplicazione della risoluzione (e l'ampliamento dello "spazio-colore" il quale stavolta non era messo in campo). E' francamente molto difficile sostenere che quadruplicare la risoluzione non apporti grandi vantaggi alla qualità visiva, come pure sostenere che si tratti di una rivoluzione che basta a se stessa: per avere una "nuova televisione" capace di creare addirittura nuovi generi la disponibilità tecnica deve tradursi in nuove inquadrature dal lato produzione e nuove modalità di visione nelle nostre case.

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