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Facebook non è un medium

Luca De Biase, il responsabile "nuovi media" del Sole 24 Ore, ha appena pubblicato un libro allegato al giornale in cui affronta il tema "Facebook". Secondo l'interpretazione di De Biase ci si troverebbe di fronte ad un "nuovo media" che consente la comunicazione fra persone. Peccato per questa definizione, evidentemente senza senso. Peccato perchè per una volta si poteva anche usare, seppur con le solite specificazioni, la parola "piattaforma" perchè una volta tanto almeno si tratta di una struttura software "privata". Insomma, ancora una volta il giornalismo pagato profumatamente non brilla. Voltiamo pagina!

Facebook non può essere un mezzo di comunicazione anche solo perchè si basa su un supporto, la rete internet, che a sua volta non è un mezzo di comunicazione, a patto di usare la locuzione "mezzo di comunicazione" nell'accezione comune, come peraltro è obbligatorio. Il risultato è la solita confusione.
Molto più semplicemente, lo diciamo a beneficio degli altri giornalisti che spesso "prendono spunto" dalle esternazioni dei più famosi, Facebook è un database accessibile attivamente via internet. Non essendo particolarmente esperto non azzardo ulteriori specificazioni sulla sua natura di database, se qualcuno potesse suggerirmele sarò ben lieto di aggiungere informazioni.
Se invece vogliamo stupire gli amici, durante i cenoni che ci aspettano, con mirabolanti affermazioni cultural-antropologiche, possiamo anche affermare che Facebook è un mezzo di autorappresentazione audiovisuale che, nell'ottica della corrente antropologica contemporanea più interessante, consente materialmente l'osservazione di popolazioni non legate a un territorio fisico ma ad un territorio puramente culturale, immaginifico, fino a sconfinare nell'Utopia. Come definire, altrimenti, gli appartenenti alla nota tribù facebucchiana dal nome "quelli che a Roma se ti dico mortaccitua è perchè ti voglio bene"?

Buon Natale!

SHV in DVB - T2 nell'area torinese: rischio confusione

Dall'Ufficio Stampa RAI è stata diffusa questa notizia:

Prima trasmissione in Italia di Super Alta Definizione TV col nuovo standard DVB-T2 per il digitale terrestre dal Centro trasmittente Rai di Torino- Eremo.
Per la RAI l'iniziativa e' stata condotta dalla Direzione Strategie Tecnologiche con la Direzione Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica, in collaborazione con RaiWay SpA.
L'italiana ScreenService SpA e la spagnola SIDSA hanno sviluppato rispettivamente il trasmettitore ed il ricevitore DVB-T2.
A
Il DVB-T2, grazie alla significativa capacita' trasmissiva (sino a 34-40 Mb/s), consentira' di affiancare servizi in Alta Definizione (HDTV) agli attuali servizi di televisione DTT a qualita' standard e a servizi di televisione mobile (il cosiddetto DVB-H).
Il DVB-T2 aumenta la capacita' trasmissiva di circa il 40% consentendo la trasmissione di 3-4 programmi HDTV codificati in MPEG-4 (rispetto ai 2-3 consentiti dal DVB-T) o addirittura di 1 canale a Super Alta Definizione 4K.
Questa sperimentazione tecnologica, per ora concentrata nell'area torinese, consentira' di realizzare ''prove in campo'' delle caratteristiche del DVB-T2, sia per gli aspetti propagativi che per quelli di robustezza e resistenza alle interferenze in diverse condizioni operative.
Attualmente l'Industria manifatturiera sta sviluppando i primi prototipi di ricevitori per essere in grado di fornire i decoder in Gran Bretagna gia' nel 2010, quando ci sara' il lancio del servizio HDTV regolare.

Morale: si tratta di una sperimentazione. La logica è questa: visto che la larghezza di banda del sistema DVB-T2 è di 34-40 Mbps cerchiamo di utilizzarli nella maniera più tecnologicamente avanzata. Questo non vuol dire che dal 2010 ci saranno trasmissioni in SHV o che dal 2010 sarà avviato un regolare servizio DVB-T2 con trasmissioni a risoluzione "standard" HDTV.

La RAI non si ferma mai: Super Hi-Vision 8K a Roma.

Qualche giorno addietro ho assistito, in occasione del Top Audio di Milano, alla visione del film “Hanckok” proiettato in digitale “4K” nelle sale del cinema Arcadia. Era un evento Sony, molto curato e ben preparato. Il film è stato divertente e la qualità audiovideo adeguata, anche se, dobbiamo confessare, non entusiasmante soprattutto per la sensazione di “scattosità” nelle riprese con panning laterale. Oggi ho invece assistito, nella sala conferenze del Circolo Sportivo RAI sulle rive del fiume Tevere, a qualcosa di diverso o, forse, di molto simile: la prima dimostrazione pubblica italiana della tecnologia televisiva “8K”, comprendente l’intera catena tecnologica di produzione, trasmissione e riproduzione di un segnale audiovideo caratterizzato dalla risoluzione di 4320 linee per 7680 pixel per 60 frame progressivi al secondo (si, avete letto bene) e (udite udite…) 22.2 canali audio discreti. Abbiamo quindi potuto assistere a un programma registrato riprodotto localmente, ad un programma ripreso dal vivo in un piccolo studio appositamente predisposto in un locale attiguo, ad un segnale registrato e trasmesso via satellite da Torino.
L’evento, denominato “La qualità che si vede”, è stato organizzato “in casa” da RAI con materiale NHK - Nippon Hoso Kyokai, l’ente televisivo giapponese - e come dichiarato dall’Ing. Luigi Rocchi - direttore di Strategie Tecnologiche RAI - anche con la collaborazione degli altri enti televisivi pubblici europei riuniti nel Gruppo BTF (Broadcast Technology Futures Group) che comprende anche BBC e il Centro di Ricerca e Sviluppo delle Televisioni pubbliche di lingua tedesca in Germania, Austria e Svizzera, assistiti dal Dipartimento tecnico dell'EBU (European Broadcasting Union).
Si è trattato di una dimostrazione di cinema digitale avanzato (quello ancora non decollato è del tipo “4K”) o di televisione a risoluzione super alta? Probabilmente una nuova prova di quanto anche questi elementi lessicali tipicamente contrapposti vadano considerati obsoleti: questa è l’essenza della convergenza, la convergenza dei mezzi di produzione, trasmissione e riproduzione dei contenuti audiovideo testuali, indipendentemente dal luogo di fruizione.

La tecnica
La più recente dimostrazione europea prima di questa romana è avvenuta all’IBC 2008, che si è tenuto dall'11 al 16 settembre ad Amsterdam. In quel caso la proiezione è avvenuta con singolo proiettore, su schermo di sei metri all’interno dell’ NHK Theatre, in grado di riprodurre tutti gli otto milioni di pixel dell’immagine mentre nella dimostrazione romana, con effetto non piacevole alla visione ma molto esplicativo sul piano quantitativo, sono stati affiancati quattro schermi con risoluzione 4K (3840 x 2160 pixel), lo “standard” del Digital Cinema che sta prendendo piede in questo momento nelle sale cinematografiche. Come dire “siamo di fronte ad una risoluzione molto più alta rispetto a quella che pagherete circa dieci euro a biglietto nei prossimi anni”. La risoluzione 8K è sedici volte migliore della risoluzione “FullHD” che ci porteremo in casa per natale, 64 volte superiore alla risoluzione “SD” della tradizionale risoluzione analogica, numeri che possono impressionare ma che, come tutti gli appassionati sanno, sono la conseguenza della “scalabilità” di qualsiasi catena digitale: basta raddoppiare la catena per raddoppiare la banda e raddoppiare la risoluzione. Grazie all’attività RAI, però, il balzo in avanti è stato drastico. Soltanto due anni addietro, il segnale Super Hi-Vision era stato compresso dai 24 Gigabit al secondo nativi in 250 Megabit MPEG2 e trasmesso “over the air” per pochi metri. Oggi, invece, RAI è stata in grado di comprimere il segnale originale fino a 140 Megabit al secondo con il più efficiente codec MPEG4/AVC e trasmetterlo, utilizzando due trasponder DVB-S2 da 70 Megabit l’uno, via satellite in tutta Europa. Un salto tecnologico impressionante che trasforma una sfida tecnica in un prodotto industriale vendibile fra dieci anni ma con ricadute “scalate in basso”, come la trasmissione 4K, che potranno essere alla portata di tutti fra tre o quattro anni. Si, fra tre o quattro anni sarà tecnicamente possibile avere la qualità del 35 mm cinematografico direttamente in casa, via satellite ovvero da terra con la tecnica DVB-T2, un altro ambito di ricerca RAI.
Ma l’innovazione tecnologica non si limita al video, la parte audio è finalmente pensata come parte integrante del sistema. Infatti, ed è esperienza alla portata di tutti, l’accresciuta dimensione degli schermi e della scena riprodotta sta portando al limite le capacità di ricostruzione spaziale dell’audio multicanale. Il sistema SHV prevede l’uso di una “matrice” 22.2, ventidue canali discreti affiancati da due canali dedicati alle basse frequenze. La disposizione degli altoparlanti segue un criterio ideato da Kimio Hamasaki, Senior Research Engineer presso l’NHK Science & Technical Research Laboratories in Giappone. Egli ha pensato di creare una sovrapposizione di tre “strati audio” che opportunamente (leggasi “digitalmente”) pilotati, se la registrazione è stata effettuata con criterio speculare, sono in grado posizionare in ambiente le sorgenti acustiche, risolvendo il problema della localizzazione dell’audio con gli schermi molto grandi.

Very impressive
Come potrei definire la presentazione di oggi? Very impressive, ma non quanto ci si potrebbe aspettare per i numeri della parte video. C'è una spiegazione psico-percettiva: non potendo aumentare le dimensioni dello schermo, la sala non era molto grande, la percezione di qualità tende ad un limite esponenziale, avvicinandosi al quale l’occhio umano non riesce a percepire differenze fra programmi a più alta risoluzione. L’effetto, ben noto nei laboratori CRIT RAI (articolo sulla rivista Elettronica e Comunicazione, Numero 3 - Dicembre 2007 edita dal CRIT a firma dell’Ing. Mario Stroppiana : “Qualità percepita sugli schermi piatti in ambiente domestico”) era facilmente avvertibile anche oggi: in sala erano presenti uno schermo LCD “4K” e uno “schermo 8K” composto da quattro schermi 4K affiancati, eppure la qualità percepita delle immagini riprodotte nei due ambiti non era così diversa. Avvicinandosi, invece, le differenze erano avvertibili ma sempre affette da quello che chiamerei “effetto frattale”: zoomando l’immagine ci si aspetta, come nella realtà, di avere sempre la stessa risoluzione nel campo visivo. Accade lo stesso anche nella visione dei costrutti della geometria frattale. Con l’array dei quattro schermi 4K l’effetto frattale era mantenuto più a lungo rispetto al singolo schermo 4K da una cinquantina di pollici.
Quello che, invece, colpisce maggiormente i sensi dei partecipanti è senza dubbio la matrice audio a 22.2 canali. L’audio è da sempre il “parente povero” del sistema audiovideo, per molti motivi come la difficoltà di piazzare al posto giusto le molte sorgenti necessarie. Il sistema 22.2 usato per la dimostrazione, costruito dai tecnici NHK “impilando” due sistemi Bose 77WER per ogni punto, è in fondo alla portata di molte stanze domestiche. Quello che impressiona è la logica che soggiace alla ripresa dell’audio, più che la successiva elaborazione digitale e riproduzione. In giardino, non direttamente esposto alla curiosità dei visitatori, era stato montato un sistema di 11 microfoni posizionati ad hoc per riprendere il suono ambientale del bordo Tevere. Successivamente ho potuto ascoltare, in silenzio, l’audio ripreso dal vivo pochi metri più in là: questo si è stato molto, molto sorprendente.

Conclusioni
L’unione dei centri ricerca e sviluppo delle televisioni pubbliche europee è una chiave di lettura importante per comprendere pienamente l’evento. Più che una dimostrazione di “tecnologica forza bruta”, infatti, si è manifestata chiaramente la capacità europea, in particolare dovuta alla quasi cinquantennale collaborazione fra RAI e NHK (inaugurata sin dalle Olimpiadi Roma ‘60), di tenere banco nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie innovative nel settore industriale audiovisivo e televisivo. L’industria, la politica o, come si usa dire, il “sistema paese” dovrebbe approfittare di questa capacità innovativa (come accade invece regolarmente in Giappone) e non, come affermato successivamente dal direttore del Centro Ricerche Rai, Ing. Alberto Morello, diminuire il budget a disposizione per i settori di ricerca dell’azienda RAI: l’Ing. Morello ha dato un appuntamento preciso, soldi e personale permettendo, fra dieci anni per la televisione in 3D, targata Italia ancora una volta.


Link
Centro Ricerche Rai
http://en.wikipedia.org/wiki/4320p
http://www.nhk.or.jp/digital/en/superhivision/index.html

SuperSONY: le tecnologie viste al Top Audio & Video '08

Del Top Audio & Video Show 2008 mi hanno colpito, più che i prodotti, le tecnologie che stanno radicalmente e velocemente cambiando il mondo audiovideo, conclusa la rivoluzione digitale oramai compiuta. Sony ci è venuta giornalisticamente in soccorso, grazie alla gentilezza del manager Claudio Castellano, perché quest'anno ha deciso di caratterizzare la sua presenza evidenziando le tecnologie innovative che sta mettendo in gioco piuttosto che i singoli prodotti, una scelta particolarmente azzeccata per proseguire nell'azione di rilancio del marchio che negli anni passati ha molto sofferto dell'arrivo sul mercato dei coreani.

La tecnologia che cambierà la qualità di visione dei televisori LCD nei prossimi due anni è certamente la retroilluminazione a LED anziché a tubi fluorescenti. Nella foto qui accanto uno spaccato di televisore tradizionale con retroilluminazione a tubi. Una successione di stati semitrasparenti ruota, filtra, impasta, diffonde, distribuisce la luce dei tubi fino ad illuminare uniformemente (più o meno...) lo schermo. Utilizzando la tecnica di illuminazione LED, invece, non ci sono più tubi e la luce non ha più bisogno di essere diffusa uniformemente dietro lo schermo ma rimane puntuale, essendo generata da un numero di elementi pari al numero delle triplette di "pixel" che poi formano l'immagine. L'uso dei diodi LED comporta una serie di vantaggi, il più immediato dei quali è il minor consumo energetico (che nei pannelli LCD è già inferiore per definizione a quella dei pannelli al plasma). Questo del consumo energetico è, o può essere, un vero problema visto che addirittura un prestigioso quotidiano nazionale (seppur nella versione online) come il Sole 24 ore gli dedica un articolo .
Integrando l'illuminazione LED con un pizzico di intelligenza software, ovvero gestendo l'accensione della retroilluminazione in funzione dell'immagine da riprodurre, si ottiene un ulteriore vantaggio, una migliore resa sulla riproduzione dei neri - cioè le zone a più bassa luminosità - il vero tallone d'achille qualitativamente parlando degli schermi LCD. Questa tecnica, che in verità non è esclusiva di Sony, si chiama "retroilluminazione dinamica" ed è concentualmente molto semplice da capire: le zone più chiare dell'immagine vengono "retroilluminate di più", dinamicamente in funzione dell'immagine che cambia nel tempo. Le virgolette sparse a profusione stanno a sottolineare che le parole vanno prese con le molle. I diodi LED, infatti, non hanno la possibilità di aumentare o diminuire la loro luminosità: o sono accesi o sono spenti. Per questo motivo (ed anche per limitare la potenza di calcolo necessaria a tutto il processo) la superficie dello schermo è divisa in zone discrete, quindi la luminosità non è variata pixel per pixel. Inoltre, quella del Sony Bravia X4500 è una illuminazione a LED RGB., ci sono tre led per l'illuminazione del singolo pixel, uno per ognuno dei tre colori primari che ovviamente danno una luce bianca nel caso in cui siano accesi contemporaneamente. Sarà facile intuire che il massimo consumo si ottiene visualizzando una immagine completamente e uniformemente bianca.

Una seconda innovazione vista, nel senso reale della parola, allo stand Sony è il "motion flow" a 200Hz (qui accanto c'è il logo della versione 100Hz che è già incorporata in molti modelli Sony) utilizzata nella nuova serie Bravia KDL Z4500 (da non confondere con il modello "X"...). "Motion Flow" è un nome usato da Sony per identificare la tecnica software che aggiunge tre fotogrammi fotogrammi "sintetici" per ogni singolo fotogramma "reale" del programma in riproduzione: il conto è presto fatto, se nel flusso standard effettivamente trasmesso o memorizzato si susseguono 50 fotogrammi reali al secondo, aggiungendone tre sintetici si arriva ad un flusso composto da 200 fotogrammi al secondo.
E' esperienza di tutti noi, soprattutto nella riproduzione di immagini in movimento rapido, osservare immagini che sembrano muoversi a scatti e l'effetto è anche maggiore quando è tutta l'immagine a muoversi sul piano orizzontale, come accade nelle sequenze di "panning" ad esempio. Questo effetto è il combinato disposto di più d'una caratteristica della televisione moderna, digitale, compressa e fruita su uno schermo digitale. Con la televisione a catena analogica l'effetto era molto meno avvertibile a causa dell'ammorbidimento della sequenza dei fotogrammi dato dall'intero sistema, non ultimo il tubo catodico a fosfori. L'immagine era inoltre interallacciata, ovvero trasmessa mezzo quadro per volta, e i fosfori non si spegnevano istantaneamente dopo essere stati eccitati dal fascio di elettroni proveniente dal catodo. Per questo motivo, i televisori al plasma, che utilizzano ancora una superficie fosforescente per realizzare l'immagine sullo schermo, sembrano "più naturali" nella visione (ovviamente sto parlando in generale, poi ci sono molte differenze legate alle mille variabili del singolo modello).
In un angolo dello stand Sony, un'apposita installazione è dedicata alla dimostrazione dell'effetto "Motion Flow" a 200Hz. Ssono posti, uno sopra l'altro, due televisori Sony che visualizzano la stessa sequenza di immagini appositamente montata con sequenze in cui la telecamera si muove molto e in cui gli oggetti inquadrati a camera fissa si muovono pure molto (due condizioni diverse fra loro che vengono diversamente trattate dagli algoritimi di compressione MPEG utilizzati nella televisione digitale). Beh chiunque, anche il meno addentro a questioni tecniche, vedendo quelle immagini non avrebbe alcun dubbio: il televisore senza "motion flow" a 200Hz è impossibile da sopportare vedendo la naturalezza e l'assoluta fluidità delle scene riprodotte dallo schermo assistito dal Motion Flow. Per motivi tecnici, in particolare per l'impossibilità di riprendere la scena con un numero di fotogrammi al secondo significativamente elevato, non posso mostrarvi direttamente l'effetto che fa. Per inciso il "difetto" di scattosità tipico degli schermi LCD domestici è possibile ritrovarlo, miscelato con altri problemi relativi alla singola tecnologia, nei proiettori LCD o DLP che sono privi dello stesso meccanismo di oversampling dei fotogrammi: il Sony VPL-VW200 (circa 10.000 euro, per ora) ce l'ha.

Concludo questa brevissima rassegna di meraviglie con una vera sorpresa. Per la prima volta ho potuto vedere di persona uno schermo OLED, (Organic LED) una delle nuove tecniche di costruzione per gli schermi piatti (insieme a quella nominata SED che per il momento pare sia stata accantonata, probabilmente più per motivi commerciali che tecnici). Avevo letto e sentito parlare degli schermi OLED ma posso testimoniare che nessun racconto, quindi neanche questo mio, può rendere l'impressione che questo piccolo esercizio tecnologico, soltanto 11 pollici, procura agli occhi di chi lo osserva. La foto, che ho cercato di scattare con il massimo della concentrazione possibile per fermare l'immagine che vedevo direttamente, può al massimo suggerire un confronto imperfetto fra lo schermo LCD della cornice digitale posata lì accanto e l'incredibile (e costosissimo) schermo OLED da 11 pollici esclusivo di Sony montato nel Tv XEL-1. Beh le immagini OLED sembrano provenire non da uno schermo composto da un numero finito di pixel ma direttamente da una foto stampata particolarmente bene su carta lucida. A differenza di una bella foto, però, lo schermo OLED - comunque più grande dello standard - riproduce immagini in movimento. Non ha bisogno di essere retroilluminato, quindi il risparmio energetico rispetto ai normali LCD è assicurato, è mille volte più veloce e il singolo pixel può essere acceso e spento, direttamente nel colore che serve, per un rapporto di contrasto superiore a 1milione:1: il nero è nero, il bianco è bianco. Tutti gli altri colori sono saturi, un po ad effetto grazie anche al particolare programma dimostrativo, al punto di far sembrare una mela un vero frutto del peccato, desiderabile quanto le goccie d'acqua sulla superficie di un bicchiere lucidissimo. Un vero spettacolo, sorprendente.
E' chiaro che ci sarà bisogno di aspettare per avere tv OLED con dimensioni comparabili ai 40 pollici standard ai quali ci stiamo abituando, per qualcuno ci sono motivi tecnici, e non dubito data la mole di dati da trattare per accendere e spegnere il singolo punto, ma anche in questo caso temo che l'aspetto commerciale abbia il suo peso: nessuno comprerebbe più un altro tipo di schermo dopo aver visto questo, anche se costasse il doppio. Sony ha deciso di lanciare lo XEL-1 con una estetica che lo fa somigliare più ad una sofisticata cornice digitale da comodino che ad un vero televisore. Il prezzo dovrebbe avvicinarsi più ai tremila euro che ai duemilaecinque... ma lo spessore è 3 millimetri (si, tre millimetri contro i 9 millimetri del pur superpiatto TV Sony ZX-1).

Vecchi padiglioni, dolci ricordi: Top Audio & Video 2008

Dopo qualche anno ho deciso di tornare a Milano per visitare il Top Audio & Video Show. "Ai miei tempi" il video non c'era e il Top era una esposizione partigiana, parallela al più commerciale e mastodontico Sim, il Salone Internazionale della Musica che rappresentava per noi appassionati (all'epoca giovani) una specie di carnevale, un san silvestro dell'elettronica, una libine asessuata se non fosse stato per le fanciullone da esposizione. Per carità, in confronto al CES di Chicago era un modellino in scala ma pur sempre la più importante manifestazione italiana. Probabilmente a causa dell'alone elettrizzante sprigionato dai padiglioni della Fiera, anche Milano mi sembrava una figata. Venendo da Roma ed uscendo dalla stazione, non era possibile non rimanere di stucco: in pratica sembra lamerica. Mettici poi che sono i primi anni ottanta, in televisione c'è Drive-in e io indosso un paio di stivaletti Timberland (che oggi non fanno più...), insomma sono perfettamente ambientato nella moderna cornice della Milano da bere (e con la citazione voglio ricordarne l'autore, che è stato anche mio professore di pubblicità, Marco Mignani, che ripenso tante e tante volte che nemmeno lui se lo immagina).
Dopo oltre vent'anni a Milano si arriva in auto, ma viaggiando accanto alla nuova linea TAV che sarà aperta fra pochi giorni e che, come credo sia per ogni appassionato di tecnologia, è molto stimolante: ci sono alcuni ETR500 con motrice E404 parcheggiati lungo il percorso con scritte "treno sperimentale", apparentemente abbandonati e che rendono la scena ancora più interessante, come il retropalco prima di imminente concerto con gli strumenti ancora da sistemare, come le trasmissioni HD ancora corsare (e per questo affascinanti) che non si sa bene quando partiranno, insomma una sorta di rave party conosciuto solo dagli addetti ai lavori. A proposito... l'ETR500 non è un vero elettrotreno a "potenza distribuita" su tutto il convoglio ma un treno con motrice e vagoni, quindi a "potenza concentrata". Se siete vulnerabili alle passioni elettromeccanotecnologiche non cliccate qui perchè rischiereste di rimanere imbrigliati in una rete di link che, come quando avevate la passione per i trenini elettrici, vi faranno perdere una nottata a leggere e magari scoprire che Shinkansen non è il nome del mitico supertreno giapponese dove vi comprimono per entrare con algoritmo in guanti bianchi ma più semplicemente e pragmaticamente la parola giapponese che sta per "linea veloce". Non vedo l'ora di poter andare al TAV Show con il treno TAV in sole tre ore ma per il momento mi accontento (si fa per dire) della Saab del mio storico amico che... a TAVoletta (non ho resistito...) spinge verso l'ex capitale morale.
Il TAV Show si tiene sempre allo stesso posto, la vecchia Fiera di Milano non c'è più fisicamente parlando (sob) ma il Quark Hotel è sempre li e come sempre il parcheggio è soltanto un pensiero stupendo, anzi un incubo. Per non rovinarci la giornata decidiamo, per raggiungerlo, di lasciare lo storico albergo che frequentiamo da sempre con la metro e lì la prima sorpresa. Come quando negli anni 80 a Milano c'era tutto quello che a Roma ancora mancava, i burger, i cinemoni, le feste nei locali, ecco che a noi poveri romani ci tocca rosicarci dentro ancora: a Milano funziona il cellulare in metropolitana. E non solo funziona ma è pure UMTS! E allora eccoci qui, come imbecilli, a videochiamare solo per dire "non sai dove sto: in metropolitana! guarda ci sono le stazioni! guarda ci sono i videoproiettori! e ci sono pure i ventilatori con l'acqua spruzzata per creare umidità!". Chissà a che serve tutta questa umidità, comunque la danno a gratis e noi ce la prendiamo.
Il Top Audio dovrebbe da quest'anno chiamarsi Top Audiovideo Show. Mai come stavolta è sembrato evidente lo stacco che oramai esiste fra l'importanza, anche commerciale, della parte video e il mercato un po stagnante dell'audio. Il video, con un paio di decenni di ritardo, è esploso per prestazioni e per prezzi finalmente alla portata di tutti. E' l'aspetto qualitativo del mondo video è la chiave per capirne il successo di questi ultimissimi anni. Vedendo lo spettacolo che almeno un paio di moderni televisori possono oggi offrire, diversi per tecnologia come il Pioneer Kuro 9G a plasma e il Sony Bravia X4500, viene facile comprendere come mai il mercato dell'home theatre non è partito una quindicina di anni addietro: la qualità del video non era minimamente paragonabile a quella dell'audio.

Non esiste un concetto di qualità assoluto ovviamente. La qualità del video di quindi anni addietro era pure la massima possibile per quell'epoca e considerata largamente sufficiente. Ma quando si parla di percezione, necessariamente mediata dai sensi, i concetti di qualità e quantità devono necessariamente fondersi ed è necessaria un'ottica sistemica, cibernetica. Esiste un livello quantitativo, misurabile, superato il quale si assiste ad un salto qualitativo non direttamente misurabile. Nell'audio questo accadde sin dagli anni '80: la disponibilità di una sorgente digitale spinse verso l'alto la qualità dei restanti anelli della catena, fino al punto che con una cifra non impossibile fu alla portata di molti un sistema audio in grado non solo "a larga banda" ma anche in grado di ricreare una scena acustica sorprendente anche il neofita. Nel campo video sta oggi accadendo la stessa cosa: la superiore "quantità" garantita dalle sorgenti HD ha innescato il processo di innalzamento qualitativo percepito complessivo. In questo momento, quindi, si è verificato fra audio e video un allineamento delle prestazioni che rende finalmente reale, oggettivo, il concetto di home theatre.
C'è però anche un ulteriore particolare. Oltre gli schermi LCD, plasma e OLED (che lascia sbalorditi per resa sotto tutti i punti di vista) stanno dilagando i videoproiettori, in attesa dell'ultimo step evolutivo che riguarda la lampada, rimasta l'elemento tecnologicamente più "arretrato". Oggi, con una cifra che doveva essere decuplicata anche solo pochissimi anni fa, è possibile comprare un proiettore FullHD in grado di ricreare sul serio una straordinaria esperienza di visione, maggiore rispetto al pur grande schermo piatto del 2008. In questo caso, ed è l'osservazione più generale che si può fare a consuntivo di questo TAV 2008, è l'audio che comincia a mostrare una certa inadeguatezza e sotto diversi aspetti, il più importante dei quali è la ricostruzione di uno stage che non può più essere "immaginato" con le orecchie dato che l'abbiamo davanti agli occhi. Un esempio minimo basta per capire quale problema ci si trova davanti: se lo schermo di proiezione è abbastanza grande (e lo è, altrimenti un proiettore FullHD non avrebbe senso) piazzare il canale centrale sopra o sotto di esso può voler dire far uscire la voce degli attori sulla scena non dalla loro bocca ma dai piedi oppure dal cielo. Per non parlare, poi, della capacità dei sistemi di altoparlanti "moderni" che tutto fanno tranne che prendere in considerazione le problematiche affrontate, a partire sin dagli anni '70, della ricostruzione prospettica con sistemi verticali a spettro distribuito come il DSR di R. Giussani messo in pratica nella oramai mitica serie 7 ESB. Insomma, ci si affida al solo processore Dolby nella speranza che magicamente gli altoparlanti si fondano con l'ambiente e stiano appresso alle immagini che invece davvero riempiono completamente lo spazio a disposizione, creandone un altro nel quale ci immergiamo con un processo psicologico consapevole ma completamente coinvolgente. Spesso questo non succede, nell'audiovideo, mentre non è chiaro quello che succederà nell'uso esclusivamente audio dei moderni impianti Dolby TrueHD.

HD 1 - SD 0

E' appena terminato l'incontro fra Juventus e Zenit gustato per la prima volta in alta definizione RAI e il risultato è chiaro: vince l'HD. Chi non riuscisse a immaginare visivamente la differenza può notare che non si tratta soltanto di risoluzione: la possibilità di trasmettere ad una risoluzione più elevata e l'assunto che la dimensione degli schermi parta da 32 pollici, permette al regista inquadrature molto più larghe che in passato, finalmente si può vedere tutta l'azione! Queste due immagini sono catturate dal segnale di RAIDUE e RAITEST HD, più o meno nello stesso momento.



Ps. La "piattaforma Blogger" non consente un controllo completo del trasferimento dei file quindi le dimensioni delle immagini scaricate dul desktop possono essere diverse dall'originale ma in ogni caso sono mantenute le proporzioni altezza larghezza. In questo caso i 1920 x 1088 pixel dell'immagine originale sono automaticamente scalati a 1600 x 907 pixel. A beneficio dei meno esperti ricordo che le diverse dimensioni dei due file immagine sono ovviamente legate alle loro dimensioni: il file "HD" è più grande del file "SD" non perchè ho artificiosamente voluto "farvi fessi" conferendo più qualità all'immagine alta definizione ma semplicemente perchè è più grande e addirittura, in questo caso, l'immagine HD "ci rimette" visto che il sistema la riduce in risoluzione! Se volete avere sul vostro desktop immagini a piena risoluzione HD potete visualizzare quelle che ho catturato in occasione degli Europei di Calcio appena passati, ad esempio questa inserita all'interno del post "Il giuoco del calcio nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" che permette di osservare quello che l'arbitro, invece, non ha visto.

Champions League in Alta Definizione


Come potete osservare, questo pomeriggio è stato messo in onda un cartello su RAIHD che ci da appuntamento al mercoledì di coppa per la partita Juventus-FC Zenith. Peccato non sia prevista la partita della mia Roma...

L'incredibile marketing digitale

Mah. Non so trovare espressione migliore per significare la reazione che si può avere a due notizie del momento.
La prima notizia riguarda le nuove "offerte Premium". In pratica Mediaset Premium è diventata una Pay Tv ad abbonamento minimo trimestrale, niente più PPV. L'azienda può avere tutte le giustificazioni economiche che vuole e probabilmente i 15 euro al mese per l'offerta più conveniente, pagabile però in sola modalità "easy" ovvero con addebito su conto o carta di credito, avrà successo più in termini di incasso assoluto che in termini di audience. Rimane il fatto che la "modernità" della visione PPV, che era stata il perno dell'immagine Mediaset Premium, non c'è più e per quanto mi riguarda non credo che aderirò ad un offerta Pay. A margine annoto che anche rientrare in possesso del credito presente su tessere scadute è un vero inghippo. Sostanzialmente, quell'immagine positiva, giovane, onesta che è spesso cercata con campagne milionarie e che Mediast Premium aveva di fatto raggiunto si è frantumata sotto i colpi di un marketing anziano, tendenzialmente vessatorio, insomma deleterio per l'azienda nel medio/lungo periodo.

L'altro mistero italiano è la "piattaforma satellitare gratuita" FreeView. Secondo qualcuno, soprattutto qualche giornalista, in Italia non è possibile ricevere via satellite gratuitamente i programmi di RAI, Mediaset e La7. Eppure io ci riesco, La7 a parte. Che cos'è una "piattaforma satellitare"? Spero che qualche titolato giornalista mi risponda...

In alta definizione vincono i Giallorossi!

Il Campionato europeo è finito e come vedete dal titolo non ci vuole molto a modificare quel tanto che basta un resoconto per stravolgere completamente il significato di una notizia. Ma noi vogliamo dire le cose come stanno. Onore alla Spagna, davvero i migliori quest'anno, anche se è doveroso ricordare che l'Italia era riuscita ad imbrigliarli in un secco zero a zero.

Sul piano a noi più caro, invece, il risultato finale è senz'altro positivo: l'alta definizione è stata un successo naturale. Naturale perchè (ovviamente) è stata di gran lunga preferita alla risoluzione normale laddove ce n'era la possibilità e anche nell'uso di un normale schermo catodico: il segnale MPEG4 è stato migliore di quello MPEG2, con meno artefatti di compressione e quindi meno rumore. Anche alcune piccole sfumature inattese hanno piacevolmente colpito, ad esempio la mancanza del punteggio e del tempo fissi per tutta la durata dell'incontro sullo schermo. Senza l'assillo del cronometro e del punteggio ci si sofferma di più sulla dinamica di gioco. Certo, ci piacerebbe averlo "on demand" come applicazione interattiva. Non posso che fare i complimenti al reparto tecnico della RAI, in particolare a RAI WAY, un po meno invece alla gestione del palinsesto che non è stato completamente all'altezza.


Nonostante la possibilità tecnica, l'evento non è stato venduto al massimo delle sue possibilità. Grazie alla non approvazione della proposta di legge Gentiloni sarebbe possibile dedicare un flusso audiovideo non stop ad un evento e non si capisce come mai questo sia impossibile da mettere in pratica. Il ragionamento è semplice. Le telecamere sono li sul posto, i ponti radio pure (se non salta tutto come in semifinale...) perchè fare solo striminziti appuntamenti in uno studio neanche tanto accattivante? Se potessi dirigere i lavori non avrei dubbi: un canale live con gli occhi sempre puntati sull'evento, riprese delle città (magari in alta definizione), ripetizione delle partite a gogo magari a rallentatore per avere il tempo di vedere perfettamente l'azione tecnica: avete presente le prove tecniche di trasmissione? immaginate le azioni salienti al super slow motion e con sottofondo musicale, avete un programma a costo zero ma che non si è mai visto prima. A proposito, abbiamo gia cantato le meraviglie del super slow motion... ma anche la post produzione dovrebbe allinearsi: la moviola RAI non è più tecnicamente all'altezza della trasmissione in diretta. Il consiglio è "meno semafori e più righe,più fotogrammi"!


A questo punto non ci resta che aspettare le Olimpiadi per godere nuovamente dell'alta definizione RAI, e mi sia consentito un mini suggerimento che però risolverebbe più di un problema anche commerciale: perchè non modificare il logo RAI inserendo anche le due lettere HD? In questo modo sarebbe più facile capire, anche per i negozianti che tentano di vendere televisori spacciando per HD quello che HD non è, che quando un programma è in alta definizione la differenza si vede a occhio, non sul depliant!

Il giuoco del calcio nell'epoca della sua piena riproducibilità tecnica

L'innovazione tecnologica dovrebbe portare con se, oltre agli ovvi vantaggi sul piano immateriale della comunicazione, anche delle implicazioni pratiche. Come è possibile infatti sostenere ancora, dopo aver assistito a questi europei di calcio ripresi in alta definizione e alta velocità, che un semplice replay non possa eliminare, nella peggiore delle ipotesi, il 50 % degli errori o impossibilità di vedere degli arbitri? E' impossibile eppure c'è ancora qualche dinosauro che si ostina a tenere fermo uno sport ai tempi delle lampade ad acetilene.

Nella partita di questa sera, la Germania ha commesso due scorrettezze, una che ha messo in pericolo le caviglie di C. Ronaldo e un'altra che ha consentito di segnare l'ultimo gol. Basterebbe modificare la norma che impedisce di toccare il pallone con le mani, estendendola anche al corpo dei giocatori avversari, per sanzionare situazioni come questa qui accanto... ma nel frattempo basterebbe dare uno sguardo ai grandi schermi nello stadio per annullare questo gol!

Dell'alta definizione sappiamo oramai già tutto e l'innovazione è talmente evidente che salta agli occhi anche dei profani. Della seconda "innovazione" portata in questi europei invece non si sa molto, eppure i suoi effetti sono altrettanto evidenti: grazie all'uso di telecamere "ad alta velocità" finalmente il "rallentatore" offre una qualità di immagine pari alla velocità normale: è la libidine del Super Slow Motion.
I primi piani delle caviglie e dei volti dei giocatori in piena area offrono quest'anno dettagli mai visti prima, movimenti mai visti così fluidamente e a fuoco! Il merito è delle nuove telecamere HD che registrano più fotogrammi al secondo rispetto ai 25 consueti per lo standard televisivo. Il risultato è che anche rallentando il flusso delle immagini si ottiene un nuovo flusso con più di 25 fotogrammi al secondo, garantendo la fluidità del movimento. Ecco spiegato il motivo di riprese straordinarie che ci stanno donando una visione del gioco spettacolare e che possono anche assumere un ruolo tecnico non indifferente.
Non si tratta di una innovazione riservata al settore professionale, anche le più recenti videocamere digitali consumer possono offrire la possibilità di registrare più dei 25 fotogrammi al secondo standard. Il risultato alla portata di tutti, realizzato con una videocamera Sony HDR-HC7 eccolo qui sotto.



Ma i miglioramenti del prodotto televisivo non sono solo dettati dalla disponibilità di singole innovazioni tecniche quanto piuttosto dalla loro combinazione. La possibilità di riprendere in 16/9 e in HD e la diffusione di schermi generalmente più grandi del classico vecchio televisore del salotto hanno infatti influenzato anche lo stile di ripresa e di regia del programma calcistico. L'inquadratura tipica offre oggi una visione del campo decisamente più larga e quindi è possibile godere della posizione dei giocatori in campo molto meglio che in passato. Il fenomeno dell'"overscan" tipico dell'era catodica può essere messo in soffitta e quindi il regista del programma può anche evitare di sprecare i bordi dell'area inquadrata come accadeva in passato per la non linearità geometrica dei cinescopi: l'inquadratura può essere piena, densa fino ai bordi e magari ripresa con una telecamera "flying" che dall'alto offre una dettagliata situazione dell'intera metà campo. E' un Subbuteo a grandezza naturale, molto diverso dalla visione "buco della serratura" che ha depresso per anni gli appassionati di calcio in tv.

E per il resto, dopo Domenech aspettiamo domenica!

Gli anelli della catena sono tanti

Non milioni ma tanti. Leggo spesso in questi giorni commenti sulla ricezione HD e altrettanto spesso giudizi molto secchi sulla qualità della trasmissione RAI (sempre paragonata a quella di SKY che probabilmente perchè pagata è dichiarata essere migliore) oppure sulla bontà del codec e quant'altro. A mio avviso, secondo la mia esperienza, la maggior parte dei problemi di ricezione dipendono da fattori personali, non dalla trasmissione o dal sistema DVB nel suo complesso. Molti, ad esempio, non hanno afferrato uno dei motivi principali che rendono difficile la ricezione del mux B su Roma. Ho spiegato in questo articolo http://www.federicorocchi.it/DVBT/doc/ricdttrm.htm (in verità un po nascosto e non molto aggiornato nella parte relativa all'elenco dei multiplex) che una specifica caratteristica degli impianti romani può impedire o rendere difficoltosa la ricezione del mux B, trasmesso sui 186 MHZ, perchè si impiegano da decenni antenne yagi tarate per un altra, singola frequenza: quella su cui trasmette da sempre RAIUNO da Monte Mario. Se l'intero Mux B manca nella vostra sintonizzazione è perchè non avete l'antenna adatta puntata verso il luogo adatto.

Ci sono poi i particolari più sottili che emergono soprattutto nella ricezione tramite un PC, che consente il controllo di più parametri.
La ricezione da PC è da un lato più facile, perchè qualsiasi codec usato per la trasmissione sarà decompresso con un apposito codec software, ma anche più difficile, è molto difficile mettere a punto tutto il sistema, bisogna conoscere bene il proprio hardware e soprattutto tenere sotto controllo i vari parametri del PC, non solo della sezione dvb. Avere una scheda video che supporta con l'hardware la decodifica H264 può rappresentare una vera manna. Quindi è l'accoppiata "codec" e "scheda video" che fa la differenza. Lo scontro fra i codec è sostanzialmente ridotto a Cyberlink contro CoreAVC: i primi possono essere accoppiati a schede video con decompressione hardware e il processore si sgrava di un 20%. Non è quindi "colpa" della trasmissione, del sintonizzatore, della porta USB, del programma quanto dell'armonizzazione del sistema nel suo complesso: può bastare un overclock del 10% per cambiare la situazione, oppure basta passare dalla riproduzione VMR a quella overlay. Quanto sia indispensabile conoscere il proprio computer lo dimostra il fatto che c'è un noto bug dei chipset Nvidia con il VMR (che DVB Viewer può aggirare) ma bisogna anche sapere che lo stesso DVB Viewer deve essere regolato per usare una sola CPU anche se il computer non ha un processore multiplo, pena una visione assolutamente a scatti che a prima vista sembra tutta colpa del segnale o del "computer"...

Comunque qui a Roma il segnale è perfetto e fisso a 12 Mb/s tranne ieri sera durante la partita dell'Italia in cui era elevato a 14 Mb/s. C'è da dire invece che si nota un fastidioso rumore digitale nell'audio proveniente dallo studio di Milano (forse un ritorno di qualche interferenza), perlomeno in cuffia si nota.

Vincenzo Vita e gli altri "professionisti della comunicazione"

Leggo appena adesso questa notizia:
(ASCA) - Roma, 12 giu - ''Perche' le partite degli Europei di calcio vengono trasmesse dalla Rai, che ha l'esclusiva dei diritti, in alta definizione solo sul digitale terrestre? E' il miglior modo perche' nessuno possa vederle''. E' la denuncia fatta dal senatore Vincenzo Vita che insieme ai senatori del Pd Luigi Vimercati, Roberto Di Giovan Paolo e Fabrizio Morri ha firmato un'interrogazione al ministro dello sviluppo economico nella quale si ricorda che ''gli utenti attualmente dotati di un televisore compatibile con l'Hd attualmente in Italia sono 4 milioni e che molti italiani sono dotati di decoder digitali per la piattaforma satellitare e Iptv, mentre praticamente nessun cittadino possiede decoder atti a ricevere l'Alta Definizione in digitale terrestre ed inoltre sono pochissimi gli italiani che hanno un decoder Dtt-hd integrato nel televisore''.

Eppure è stato anche ministro. Vincenzo Vita e gli altri, che evidentemente non hanno da fare di più importante, ignorano completamente che per vedere un programma HD non serve un "decoder atto a ricevere" ma un "decoder atto a decomprimere". Nessun italiano possiede un decoder satellitare non proprietario (ovvero non targato SKY Italia) o "IPTV" (che è tutt'altra cosa) atto a decomprimere un flusso di bit compresso in MPEG4.

Eppure non è difficile da capire: la RAI non trasmette in HD MPEG4 da satellite perché sta facendo la sperimentazione da terra, non avrebbe uno spettatore in più, non ha banda a disposizione come da terra. Quello che non riusciamo a capire noi è come mai i professionisti della comunicazione in politica siano così ignoranti e soprattutto così pronti ad attaccare sempre e comunque un azienda che è di tutti noi, non di Berlusconi e nemmeno del governo in quanto tale. Hanno degli abbonamenti SKY di favore?

Palla al centro...



Forse sarebbe giusto dire "tre palle al centro"... Tralasciando il versante sportivo meglio concentrarsi su quello tecnico. Il bitstream è aumentato da 12 Mb/s di ieri a 14 Mb/s (perlomeno questo dice il mio programma di gestione...) la qualità è sempre molto buona anzi c'è da notare che l'illuminazione artificiale rende più costanti i risultati. Dopo aver scaricato l'immagine qui sotto, di un'azione in movimento, è possibile ingrandirla direttamente nel browser per esaminare meglio la quadrettatura della compressione.



La qualità raggiunta dai codec moderni, in particolare l'H264 utilizzato in questa trasmissione e la larghezza di banda a disposizione, praticamente doppia rispetto a quella utilizzata, mettono in evidenza un altro problema qualitativo di fondo nel passaggio al digitale e in particolare al digitale HD: l'interlacciamento della scansione.
Necessario con gli schermi a tubo catodico per diminuire il flickering (il lampeggio dello schermo a frequenze di refresh non particolarmente elevate) e utile per il dimezzamento della banda passante del programma, l'interlacciamento diventa un vero problema per gli schermi nativamente digitali che non operano un "deinterlacciamento" naturale. Non esiste una strategia fissa per deinterlacciare un flusso video e i risultati variano in funzione del programma ripreso. Per questo la massima qualità possibile è data da un programma a scansione progressiva anzichè interlacciata. Una delle scelte da fare, a parità di risorse di banda richieste, è quella fra un flusso a 1080 linee interlacciato e un flusso a 720 linee a scansione progressiva. In questo caso siamo di fronte ad un programma 1080i.

Prime impressioni HD


Ecco le prime immagini del quadro HD effettivo, catturato durante la trasmissione di oggi della partita Germania-Polonia. La trasmissione occupava 12,2 Mb/s e come potete vedere c'è una netta differenza fra la quantità di bit richiesta dalle scene più movimentate.


Nella seconda immagine qui sopra, sopratutto se vista alla risoluzione originale, si possono distinguere i quadri di compressione MPEG4 (da non confondere con le tracce di deinterlacciamento), maggiori in numero rispetto a quelli MPEG2 e con i contorni meno netti. Insomma, un bel passo avanti, soprattutto pensando che queste immagini sono state sintonizzate da un sinto USB da poche decine di euro e il monitor a tubo catodico dimostra di poter ancora dire la sua.

Prime due partite in Alta Definizione: vince ma non convince


Ecco il quadro HD trasmesso sul canale RAI TEst HD Mux B di Roma. 1920 x 1080 per 1.6 Mb/s (immagine fissa).
Il ricevitore ADB ICan 3800 sta funzionando bene, fatti salvi i problemi del firmware. Le immagini che abbiamo potuto vedere quest'oggi hanno ovviamente dello stupefacente, soprattutto se confrontate con la trasmissione analogica contemporanea, che in ogni caso non può essere presa a paragone per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che ogni TV digitale introduce comportamenti propri nella catena di riproduzione.
Dopo alcuni minuti di visione ci si abitua facilmente all'alta definizione, appare naturale vedere un programma in diretta con questa qualità. Purtroppo si notano anche i difetti: nelle prime due partite viste oggi si potevano notare almeno due imperfezioni, la prima nel passaggio dalle sone chiare a quelle scure, sempre affette da un certo livello di rumore, la seconda nelle scene veloci, in cui appare una tassellatura anche se nettamente diversa rispetto a quella, più grossolana, a cui siamo abituati dall'MPEG2.
In ogni caso l'effetto è strabiliante ed i limiti del televisore possono compromettere il risultato finale, soprattutto con i modelli meno recenti (stiamo parlando di quelli di un paio di anni addietro).

Guerrilla Adiconsum

Come da molto tempo accade, l'associazione Adiconsum, ben lungi dal garantire i consumatori, decide di dare un senso alla propria esistenza facendo guerriglia psicologica nei confronti di un intero settore industriale: Paolo Landi ha colto (meglio dire che non ha perso) l'occasione degli Europei di calcio per diffondere informazioni non vere circa la sperimentazione RAI. Secondo Landi "il protocollo di trasmissione" MPEG4 non è ufficiale e quindi i poveri consumatori rischiano di essere gabbati.

Stante che qualsiasi iniziativa nel settore televisivo digitale, tranne l'offerta SKY che è santa e cosa buona e giusta, viene sistematicamente criticata da Adiconsum, spesso con strafalcioni tecnici imbarazzanti, speriamo di poter far ricorso alla class action nei suoi confronti e nei confronti della Margherita, suo partito di riferimento (e viceversa): deprimente propaganda.

Aree coperte dal segnale HD per i prossimi Campionati Europei

Sul sito di RAIWay è disponibile la cartografia relativa alle aree coperte dal segnale HD in MPEG4 per i prossimi Campionati Europei di calcio.
http://www.raiway.rai.it/index.php?lang=IT&cat=144&showINFO=86

A poche ore dal fischio d'inizio

Manca oramai poco tempo al fischio d'inizio dei Campionati Europei e mentre Adiconsum non perde occasione per confondere le idee agli italiani, soprattutto agli eletti in parlamento (vedi qui), vi segnalo un prodotto interessante. E' appena arrivato sugli scaffali di Mediaworld (vedi qui) un ricevitore marcato HANTAREX Aries 1000H, equivalente ad un modello Elsag, allineato alla nuova generazione di prodotti digitali.

Oltre ad incorporare un decompressore video MPEG4, quindi è possibile sintonizzare i flussi HD RAI per esempio, ha anche la possibilità, dovuta ad un vero sistema operativo basato su linux, di gestire pagine web e visualizzare contenuti da supporti di memoria USB. E' anche del tipo mhp, cioè interattivo, ma privo (per il momento) della certificazione relativa ai servizi interattivi La7 e Mediaset.

SPECIFICHE TECNICHE
Caratteristiche Hardware di sistemaMicroprocessore: ST Microelectronics 7100
Flash memory: 32 MB
Ram memory: 128 MB
Segnale video di uscita: PAL
Demodulatore: DVB-T
Lettori di Smart Car:CompatibileISO7816/1-4
Caratteristiche Software di sistema
MHP middleware: Revisione 1.0.3
Gestione delle Xlet standard ricevute dallo stream
DVBBrowser TV: Funzione di Browser adattata per schermo TV
Le funzioni di browsing non consentono la visualizzazione di contenuti evoluti per PC come ad es. Flash Macromedia, etc.
Decodifica Video: MPEG4 H.264/AVC , MPEG2 MP@ML formato 4:3 e 16:9
Risoluzioni Supportate: 720x480p; 720x576p;1280x720p ;1920x1080i
Accesso Condizionato (CA): Nagravision, Irdeto
Protezione copia:HDCP 1.1
Decodifica Audio: MPEG1 Layer I - II - III, mono,Dual Mono, Stereo ,AAC
Connettività dati- 2 x USB 2.0 per la connessione di dispositivi esterni stabiliti dal costruttore (adapterWIFI, Ethernet 10/100 baseT).- Interfaccia uplink V90/V92 (canale di ritorno)
Audio Digitale: 1 SPDIF (elettrico)
Video Audio Digitale: 1 HDMI
Specifiche fisiche
Dimensioni (LxAxP): 224 x 61 x 149 mmPeso 740 grammi

ZAPPER HD Telesystem

Tutti gli appassionati aspettavano con ansia i primi ricevitori MPEG4 HD per il digitale terrestre ed il primo a tagliare il traguardo degli scaffali è questo TS6510 HD Telesystem che dovrebbe essere acquistabile dai primi giorni di giugno, quindi in tempo per gli Europei. Si tratta (inspiegabilmente) di uno "zapper" ovvero di un ricevitore senza la parte interattiva e senza lo slot per utilizzare una carta pay. A fronte di questa mancanza c'è ovviamente l'uscita HDMI 1.2 e component, oltre alla inutilizzabile SCART volendo godere delle 1080 linee della trasmissione HD.
La domanda è: "perchè spendere oggi circa 150 euro per acquistare uno zapper"?

Europei di calcio 2008 in HD su RAIUNO



Finalmente!
Chi scrive aspettava questa notizia sin da un pomeriggio del 1990 passato davanti ad un monitor Sony, ovviamente a tubo catodico, profondo e pesante quanto una lavastoviglie, installato in una sala dell'hotel Hilton di Roma. All’epoca, distinguere le righe dei calzettoni dei giocatori e l’erba sul campo attraverso uno schermo pareva un miracolo, non esistevano computer dotati di capacità grafiche come quelle a cui oggi siamo tutti abituati quindi eravamo privi di “esperienza digitale”. Nonostante RAI sia stato il primo ente televisivo a dimostrare che fosse possibile trasmettere in digitale e in alta risoluzione, la trasmissione televisiva HD non ha preso completamente piede per diversi motivi, da quelli commerciali a quelli tecnici. Pochi giorni fa, però, nella sede RAI di viale Mazzini abbiamo appreso della svolta, possibile oggi grazie alla trasmissione digitale terrestre e alla diffusione generalizzata di schermi capaci di riprodurre correttamente risoluzioni superiori alle circa cinquecento linee cui siamo abituati dal sistema PAL.
Smetto la felpa di appassionato, indosso la giacca di giornalista e vengo ai fatti.
Nella sede di viale Mazzini si è svolta poche ore fa la conferenza di presentazione dell'iniziativa "Europei di Calcio 'EURO2008' in Alta Definizione", che si svolgono in Austria e Svizzera dal 7 al 29 giugno 2008.

Con sagacia tecnologica, l'azienda RAI ha deciso di offrire la visione in HD agli utenti "digitali terrestri" delle zone "all digital", come la Sardegna e la Valle d'Aosta, e di Roma, Milano e Torino. La trasmissione, ovviamente nel formato 16/9 da 1080 linee interallacciate, avrà luogo sul multiplex B. Durante la trasmissione delle partite la banda riservata agli altri flussi Tv presenti sarà ridotta e il canale RAIUNO sarà compresso in MPEG-4. Sarà, infine, eliminato dal muxB il flussoTV "RaiGulp" (contemporaneamente presente anche sul muxA): l'intenzione è quella di offrire agli utenti la massima qualità audiovideo possibile, seppure con segnale interallacciato anziché progressivo.
Sul piano tecnico è importante sottolineare che, oltre la produzione in fullHD dell'evento a cura dell'"Host Broadcaster" (che secondo le ultime dichiarazioni lo trasmetterà via satellite nel formato ridotto HDready da 720 linee), anche la personalizzazione RAI riservata alla Nazionale sarà prodotta in FullHD mentre tutti gli altri contributi video, come quelli provenienti dallo studio di Milano, saranno up-scalati a 1080 linee, una soluzione che ci pare corretta e armonica con i contenuti più interessanti.

Quindi, riassumendo, per gli Europei di calcio la RAI trasmetterà contemporaneamente in tre modalità:
1) analogico in 4:3
2) digitale terrestre (e satellite) MPEG-2, 16:9 in tutto il territorio nazionale
3) digitale terrestre MPEG-4, 16:9, 1080i nelle aree urbane di Torino, Milano, Roma e nelle regioni di Sardegna e Valle d'Aosta.

Questo vuol dire che non ci saranno, nelle zone appena citate, trasmissioni digitali via terra in MPEG-2, quindi rimarranno neri tutti i televisori con sinto DT MPEG-2 e tutti i televisori collegati a sintonizzatori esterni.


Cosa occorre per la visione in Alta Definizione dei Campionati Europei di Calcio Euro 2008.

Punto dolens, soprattutto per chi non usa con disinvoltura PC e sinto DT da connettere anche via USB, è quello relativo alle necessarie apparecchiature di ricezione. Per godere della magnificenza dell'HDTV servono, infatti, uno schermo FullHD capace di visualizzare 1080 linee orizzontali o perlomeno uno schermo HDready da 720 linee ma soprattutto serve un sintonizzatore digitale (chiamato a volte “decoder” o “Set Top Box”, come ad esempio il modello ADB i-CAN 6800STX usato nelle sperimentazioni in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006) capace di decomprimere il segnale MPEG-4 ed offrirlo in uscita su una connessione adatta al passaggio di segnali HD, quindi del tipo “component” o HDMI: i sinto DT in vendita dal 2004 non hanno questa capacità. La maggior parte dei televisori già venduti, sia HDready sia FullHD con sinto DT integrato nel mobile, allo stesso modo, non potranno visualizzare il flusso video in alta definizione poiché non incorporano un decompressore MPEG-4, tranne alcune semisconosciute eccezioni che vedremo. Questo è il vero problema.Crediamo veramente improbabile che entro questi giorni di giugno siano arrivati negli scaffali dei negozi molti modelli di sintonizzatori esterni MPEG-4
. Inoltre, sarà messa a dura prova la vendita di tutti i televisori con sinto digitale terrestre incorporato non MPEG-4, cioè la maggior parte di quelli in stock. Tutto rischia di trasformarsi in un grosso problema d’immagine e commerciale per il sistema complessivo degli operatori, come se il settore televisione digitale non fosse già funestato nel suo sviluppo da una serie di scelte di marketing e comunicazione perlomeno discutibili. Com’è possibile, quindi, godere di questi Campionati Europei in dell’alta definizione?

Tv Sony o PC

In questo momento è Sony ad avere uno straordinario vantaggio competitivo, altri costruttori non hanno neanche la specificazione “MPEG-2/4” nei dati tecnici pubblicati sui pieghevoli illustrativi mentre Sony ha in catalogo addirittura undici modelli FullHD con sintonizzatore digitale capace di decomprimere MPEG-4 o H264.
Si parte dal 32 pollici KDL-32W4000 e si arriva al KDL-70X3500 da 70 pollici, passando per KDL-40X3500, KDL-40W4000, KDL-40W3000, KDL-46X3500, KDL-46W4000, KDL-46W3000, KDL-52X3500, KDL-52W4000, KDL-52W3000. La sequenza di sigle è importante poiché non tutti i modelli Sony incorporano il sinto MPEG-4 e per fortuna è facile riconoscere le dimensioni dalle prime due cifre del nome. Sarà bene segnarselo anche per suggerirlo al negoziante che probabilmente ignora questa particolarità tecnica che diventa improvvisamente fondamentale.
Il vantaggio di Sony non finirebbe qui se fosse disponibile nel nostro paese il sintonizzatore digitale terrestre “PlayTV” da collegare alla Playstation 3 tramite una porta USB: purtoppo è previsto per settembre e con un costo prossimo ai 100 euro, un po’ troppo per un “plug-in” hardware. Peccato perché oltre alla registrazione diretta in digitale su hard disc, la PS3 offre anche la possibilità di “girare” il video alla console portatile PSP via collegamento wi-fi o ovunque vi troviate nel mondo via internet.
E’ probabile però che la maggior parte degli appassionati potrà provare con i propri occhi la visione HD soprattutto attraverso un computer o "media center" che dir si voglia: qualunque computer relativamente moderno, costruito negli ultimi due anni ad esempio, è in grado di decomprimere un flusso video MPEG-4 tramite la scheda video in hardware, oppure in software con il lavoro della CPU principale. Non si tratta di una scelta di ripiego, nonostante quanto ancora molti credano.

Innanzitutto ci sono molti computer, sia fissi sia portatili, che già incorporano un sintonizzatore digitale terrestre. In questo caso basterà sintonizzarsi e guardare. Per gli altri è possibile acquistare, al costo di alcune decine di euro (in una catena molto diffusa sul territorio nazionale, un modello Dikom a 29,9 euro) un sintonizzatore digitale terrestre sotto forma di “penna USB”: basterà connetterlo, collegare un’antenna esterna e vedere, anche in giardino usando un portatile, le partite in alta definizione, anche FullHD se lo schermo del portatile offre almeno 1080 linee orizzontali. Da non dimenticare, infine, che qualunque computer può essere collegato ai moderni televisori digitali attraverso gli ingressi VGA o HDMI: in questo caso fungerà da sintonizzatore, lasciando allo schermo del TV la visualizzazione a decine di pollici delle immagini.Insomma, c’è da essere contenti perché soltanto con una decisione del genere era possibile sbloccare un mercato evidentemente “controreazionato” (non si producono i contenuti perché mancano i televisori, non si vendono i televisori perché mancano i contenuti), per parlare in termini cibernetici. Per tutti gli appassionati, invece, si prepara una festa.