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SuperSONY: le tecnologie viste al Top Audio & Video '08

Del Top Audio & Video Show 2008 mi hanno colpito, più che i prodotti, le tecnologie che stanno radicalmente e velocemente cambiando il mondo audiovideo, conclusa la rivoluzione digitale oramai compiuta. Sony ci è venuta giornalisticamente in soccorso, grazie alla gentilezza del manager Claudio Castellano, perché quest'anno ha deciso di caratterizzare la sua presenza evidenziando le tecnologie innovative che sta mettendo in gioco piuttosto che i singoli prodotti, una scelta particolarmente azzeccata per proseguire nell'azione di rilancio del marchio che negli anni passati ha molto sofferto dell'arrivo sul mercato dei coreani.

La tecnologia che cambierà la qualità di visione dei televisori LCD nei prossimi due anni è certamente la retroilluminazione a LED anziché a tubi fluorescenti. Nella foto qui accanto uno spaccato di televisore tradizionale con retroilluminazione a tubi. Una successione di stati semitrasparenti ruota, filtra, impasta, diffonde, distribuisce la luce dei tubi fino ad illuminare uniformemente (più o meno...) lo schermo. Utilizzando la tecnica di illuminazione LED, invece, non ci sono più tubi e la luce non ha più bisogno di essere diffusa uniformemente dietro lo schermo ma rimane puntuale, essendo generata da un numero di elementi pari al numero delle triplette di "pixel" che poi formano l'immagine. L'uso dei diodi LED comporta una serie di vantaggi, il più immediato dei quali è il minor consumo energetico (che nei pannelli LCD è già inferiore per definizione a quella dei pannelli al plasma). Questo del consumo energetico è, o può essere, un vero problema visto che addirittura un prestigioso quotidiano nazionale (seppur nella versione online) come il Sole 24 ore gli dedica un articolo .
Integrando l'illuminazione LED con un pizzico di intelligenza software, ovvero gestendo l'accensione della retroilluminazione in funzione dell'immagine da riprodurre, si ottiene un ulteriore vantaggio, una migliore resa sulla riproduzione dei neri - cioè le zone a più bassa luminosità - il vero tallone d'achille qualitativamente parlando degli schermi LCD. Questa tecnica, che in verità non è esclusiva di Sony, si chiama "retroilluminazione dinamica" ed è concentualmente molto semplice da capire: le zone più chiare dell'immagine vengono "retroilluminate di più", dinamicamente in funzione dell'immagine che cambia nel tempo. Le virgolette sparse a profusione stanno a sottolineare che le parole vanno prese con le molle. I diodi LED, infatti, non hanno la possibilità di aumentare o diminuire la loro luminosità: o sono accesi o sono spenti. Per questo motivo (ed anche per limitare la potenza di calcolo necessaria a tutto il processo) la superficie dello schermo è divisa in zone discrete, quindi la luminosità non è variata pixel per pixel. Inoltre, quella del Sony Bravia X4500 è una illuminazione a LED RGB., ci sono tre led per l'illuminazione del singolo pixel, uno per ognuno dei tre colori primari che ovviamente danno una luce bianca nel caso in cui siano accesi contemporaneamente. Sarà facile intuire che il massimo consumo si ottiene visualizzando una immagine completamente e uniformemente bianca.

Una seconda innovazione vista, nel senso reale della parola, allo stand Sony è il "motion flow" a 200Hz (qui accanto c'è il logo della versione 100Hz che è già incorporata in molti modelli Sony) utilizzata nella nuova serie Bravia KDL Z4500 (da non confondere con il modello "X"...). "Motion Flow" è un nome usato da Sony per identificare la tecnica software che aggiunge tre fotogrammi fotogrammi "sintetici" per ogni singolo fotogramma "reale" del programma in riproduzione: il conto è presto fatto, se nel flusso standard effettivamente trasmesso o memorizzato si susseguono 50 fotogrammi reali al secondo, aggiungendone tre sintetici si arriva ad un flusso composto da 200 fotogrammi al secondo.
E' esperienza di tutti noi, soprattutto nella riproduzione di immagini in movimento rapido, osservare immagini che sembrano muoversi a scatti e l'effetto è anche maggiore quando è tutta l'immagine a muoversi sul piano orizzontale, come accade nelle sequenze di "panning" ad esempio. Questo effetto è il combinato disposto di più d'una caratteristica della televisione moderna, digitale, compressa e fruita su uno schermo digitale. Con la televisione a catena analogica l'effetto era molto meno avvertibile a causa dell'ammorbidimento della sequenza dei fotogrammi dato dall'intero sistema, non ultimo il tubo catodico a fosfori. L'immagine era inoltre interallacciata, ovvero trasmessa mezzo quadro per volta, e i fosfori non si spegnevano istantaneamente dopo essere stati eccitati dal fascio di elettroni proveniente dal catodo. Per questo motivo, i televisori al plasma, che utilizzano ancora una superficie fosforescente per realizzare l'immagine sullo schermo, sembrano "più naturali" nella visione (ovviamente sto parlando in generale, poi ci sono molte differenze legate alle mille variabili del singolo modello).
In un angolo dello stand Sony, un'apposita installazione è dedicata alla dimostrazione dell'effetto "Motion Flow" a 200Hz. Ssono posti, uno sopra l'altro, due televisori Sony che visualizzano la stessa sequenza di immagini appositamente montata con sequenze in cui la telecamera si muove molto e in cui gli oggetti inquadrati a camera fissa si muovono pure molto (due condizioni diverse fra loro che vengono diversamente trattate dagli algoritimi di compressione MPEG utilizzati nella televisione digitale). Beh chiunque, anche il meno addentro a questioni tecniche, vedendo quelle immagini non avrebbe alcun dubbio: il televisore senza "motion flow" a 200Hz è impossibile da sopportare vedendo la naturalezza e l'assoluta fluidità delle scene riprodotte dallo schermo assistito dal Motion Flow. Per motivi tecnici, in particolare per l'impossibilità di riprendere la scena con un numero di fotogrammi al secondo significativamente elevato, non posso mostrarvi direttamente l'effetto che fa. Per inciso il "difetto" di scattosità tipico degli schermi LCD domestici è possibile ritrovarlo, miscelato con altri problemi relativi alla singola tecnologia, nei proiettori LCD o DLP che sono privi dello stesso meccanismo di oversampling dei fotogrammi: il Sony VPL-VW200 (circa 10.000 euro, per ora) ce l'ha.

Concludo questa brevissima rassegna di meraviglie con una vera sorpresa. Per la prima volta ho potuto vedere di persona uno schermo OLED, (Organic LED) una delle nuove tecniche di costruzione per gli schermi piatti (insieme a quella nominata SED che per il momento pare sia stata accantonata, probabilmente più per motivi commerciali che tecnici). Avevo letto e sentito parlare degli schermi OLED ma posso testimoniare che nessun racconto, quindi neanche questo mio, può rendere l'impressione che questo piccolo esercizio tecnologico, soltanto 11 pollici, procura agli occhi di chi lo osserva. La foto, che ho cercato di scattare con il massimo della concentrazione possibile per fermare l'immagine che vedevo direttamente, può al massimo suggerire un confronto imperfetto fra lo schermo LCD della cornice digitale posata lì accanto e l'incredibile (e costosissimo) schermo OLED da 11 pollici esclusivo di Sony montato nel Tv XEL-1. Beh le immagini OLED sembrano provenire non da uno schermo composto da un numero finito di pixel ma direttamente da una foto stampata particolarmente bene su carta lucida. A differenza di una bella foto, però, lo schermo OLED - comunque più grande dello standard - riproduce immagini in movimento. Non ha bisogno di essere retroilluminato, quindi il risparmio energetico rispetto ai normali LCD è assicurato, è mille volte più veloce e il singolo pixel può essere acceso e spento, direttamente nel colore che serve, per un rapporto di contrasto superiore a 1milione:1: il nero è nero, il bianco è bianco. Tutti gli altri colori sono saturi, un po ad effetto grazie anche al particolare programma dimostrativo, al punto di far sembrare una mela un vero frutto del peccato, desiderabile quanto le goccie d'acqua sulla superficie di un bicchiere lucidissimo. Un vero spettacolo, sorprendente.
E' chiaro che ci sarà bisogno di aspettare per avere tv OLED con dimensioni comparabili ai 40 pollici standard ai quali ci stiamo abituando, per qualcuno ci sono motivi tecnici, e non dubito data la mole di dati da trattare per accendere e spegnere il singolo punto, ma anche in questo caso temo che l'aspetto commerciale abbia il suo peso: nessuno comprerebbe più un altro tipo di schermo dopo aver visto questo, anche se costasse il doppio. Sony ha deciso di lanciare lo XEL-1 con una estetica che lo fa somigliare più ad una sofisticata cornice digitale da comodino che ad un vero televisore. Il prezzo dovrebbe avvicinarsi più ai tremila euro che ai duemilaecinque... ma lo spessore è 3 millimetri (si, tre millimetri contro i 9 millimetri del pur superpiatto TV Sony ZX-1).

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