Cerca nel blog

Commento all'articolo "La virata sarà digitale e multipiattaforma

Commento all'articolo "La virata sarà digitale e multipiattaforma" pubblicato da Articolo21 [http://www.articolo21.info/notizia.php?id=3751]

Cara Daniela,
sono contento della tua pronta risposta, anche scritta in burocratese. Speravo che il mio tono, in fondo ironico, fosse in grado di suscitare una discussione più rilassata…
In realtà non avevo fatto una vera domanda e non mi aspettavo spiegazioni, soprattutto tecniche: mi piacerebbe che qualcuno le spiegazioni, anche tecniche, le desse al ministro. Ad esempio, spiegazione “tecnica” sul piano delle Scienze della Comunicazione, vorrei che qualcuno gli spiegasse che non esiste alcun rapporto, ne tecnico ne "linguistico", fra “la televisione generalista” e il sistema di diffusione. Non esiste una “televisione multipiattaforma”, esiste un solo “paradigma” digitale che può essere declinato, ad esempio, in due diverse modalità: trasmissione “uno a uno” con il filo, trasmissione “broadcast” senza filo. Per quanto attiene al concetto di “multipiattaforma” non ha senso mettere sullo stesso piano un "sistema di trasmissione dati broadcast senza fili da 24 Mbit al secondo", cioè la cosiddetta "televisione digitale terrestre", con la possibilità di distribuire tramite la normale rete internet un file "streaming" di tipo audiovisuale, cioè la fantomatica IPTV. Non c’è una “filiera” digitale (perché ci si innamora di alcune parole di moda, come “filiera”) composta da DT, IPTV, SAT e quant’altro.Non esiste una “televisione multipiattaforma”, esiste un solo “paradigma” digitale che può essere declinato, ad esempio, in due diverse modalità: trasmissione “uno a uno” con il filo, trasmissione “broadcast” senza filo. Con basi più analitiche e qualche idea pratica si potrebbe davvero incidere positivamente sulla realtà senza strumentalizzarla, non servono un’infinità di convegni farciti di “esperti a gettone”.

Torniamo sul pratico, veniamo ai famosi decoder e all'aspetto più giornalistico. Purtroppo non è così semplice: le mie opinioni saranno anche legittime e liberamente espresse ma purtroppo non valgono come quelle di chiunque altro: chi si presenta con la patente di giornalista viene generalmente ritenuto più autorevole. Proprio per questo io credo abbia il dovere di essere intellettualmente onesto, più di chiunque altro. Nel caso del finanziamento ai decoder, e non credo sia semplicemente una mia opinione, abbiamo assistito negli ultimi mesi ad una campagna di opinione, orchestrata da diversi attori, francamente troppo spudorata, con puntuale stravolgimento della realtà: non è vero che i decoder siano stati un "incentivo" illecito, come ha dichiarato sia l'Authority italiana sia l'UE. Cito testualmente [http://www.agcm.it/AGCM_ITA/COSTAMPA/COSTAMPA.NSF/0/b1caeeb9e20470c7c125716b00567a6e?OpenDocument]:


11 maggio 2006: L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 10 maggio 2006, ha deliberato che il Presidente del Consiglio non ha violato l'articolo 3 della legge sul conflitto di interessi relativamente alla norma sui contributi statali destinati all'acquisto di decoder televisivi inserita nella legge Finanziaria 2006.

Il procedimento era stato aperto il 22 dicembre 2005 anche nei confronti delle società Mediaset, RTI e Solari.com, dopo la segnalazione di alcuni parlamentari.

Quali fossero questi parlamentari è noto e non voglio entrare nella polemica politica. Il ministro Gentiloni (et al…), come confermato in una intervista concessa ad Aldo Fontanarosa il 22 maggio 2006, dal titolo 'Gentiloni: mai più monopoli su frequenze tv e pubblicità "Rai libera dai partiti, il potere a una Fondazione"', è convinto che gli incentivi all'acquisto dei decoder concessi dal precedente governo siano stati utili soprattutto ad evitare il solito problema di Retequattro sul satellite. Cito testualmente:

Darete incentivi mirati al digitale terrestre?
"Il Polo ha aiutato solo questa filiera della tv digitale. I motivi sono chiari. Ha usato l'illusione del digitale terrestre per sostenere che il pluralismo poteva subito aumentare, per aggirare una sentenza della Consulta, per scongiurare l'invio su satellite di Rete 4".

Ora, questa visione non solo è tecnicamente (e politicamente) inconsistente ma è anche miope sul piano giurisprudenziale: casomai sarà stato il mitico SIC a scongiurare "l'invio di R4 sul satellite", non il “digitale terrestre”. Che il neo ministro sia un lettore poco attento della legge lo dimostra anche che, fino alla scorsa settimana, dimostra di non avere ancora inteso che uno degli aspetti fondamentali (e innovativi) della legge "Gasparri" sia la separazione fra i produttori di contenuti e i fornitori della connettività. Una vera rivoluzione, altro che incentivi.

Per quanto attiene al livello europeo e seguendo il tuo suggerimento di andare a leggere il documento “Italian Plan for Digital Switch-over” di 18 pagine (in inglese), la situazione è altrettanto chiara.

[http://europa.eu.int/information_society/policy/ecomm/doc/todays_framework/digital_broadcasting/switchover/it_digital_sw_it_rev1_en.doc]:


9. Political obligations and incentives

The 2004 Financial Law provides for an allocation of €150 for citizens who are in order with their broadcasting licence payments, who acquire or hire a suitable device for unencrypted reception of digital terrestrial TV signals and related interactivity at no cost to the user and the contents provider. The allocation will be granted by way of a discount of €150 on the purchase of a decoder, to be reimbursed by the State. The amount budgeted for 2004 is €110 million.
This incentive measure is in line with the recent EU Commission announcement regarding the transition to digital terrestrial television, which also pursues the clear and transparent strategy of guiding the transition to digital terrestrial television according to market rules, in order to reduce the digital divide that might be created from a non-coordinated, non-harmonised development of new communication technologies and to respect the principle of technological neutrality.


Non credo che, fra noi, ci sia bisogno di tradurre parola per parola: la UE addirittura “spinge” la diffusione del “digitale terrestre”, con il traguardo temporale del 2012. Il “sistema Italia” era, una volta tanto, all’avanguardia avendo puntato a raggiungere prima gli obiettivi di diffusione della tecnica di trasmissione digitale dell’informazione “televisiva”, peraltro “ce lo meritavamo” visto che RAI è stato il primo broadcaster digitale del mondo, nel 1990.

Qual’è, dunque, la realtà dei fatti, quella che un giornalista dovrebbe presentare ai suoi lettori? La politica dovrebbe essere in grado di capire che raramente vale la pena di fare terra bruciata in settori strategici e il giornalismo italiano, tradizionalmente poco scientifico e poco responsabile, dovrebbe essere più attento a quello che la politica e i politici affermano, evitando di trasformarsi in semplice megafono: gli interessi politici sono evidenti, quelli giornalistici meno.

PS Non sono un elettore della destra

Nessun commento :

Posta un commento