Cerca nel blog

Anziani si nasce

L’ultraottantenne signora Marisa, davanti al suo nuovo LCD FullHD ultrapiatto dopo tanti anni di “altarino con televisore”, ha gradito commentare questi giorni di grande fermento tv. A differenza di tanti, però, non si è lamentata della difficoltà nel ristabilire la sintonia del televisore, piuttosto ha trovato irritante un assioma oramai assunto a livello di dogma: gli anziani sono le vittime digitali terrestri perché, tout court, “non sanno come cavarsela”. “Gli anziani non sanno far funzionare il televisore nuovo?” dice la signora Maria, “anche il vecchio televisore era difficile senza libretto di istruzioni. Ci siamo messe in due, io e mia figlia, e abbiamo risolto il problema. Poi con la vecchia televisione non avevo la lista dei programmi sullo schermo, adesso invece si. Ci sono cose più complicate, programmare la caldaia per esempio, per non parlare della lavatrice che voi maschi guardate con aria interrogativa. E poi sa cosa penso? Innanzitutto che gli anziani hanno problemi veri, più seri, e poi di rincoglioniti sa quanti ne conosco di tutte le età?”. Come darle torto.

Spesso si procede per luoghi comuni: i “giovani” sono considerati per definizione “nativi digitali” e per conseguenza di cose gli “anziani” devono essere, in questa strategia di rappresentazione del mondo, il contrario dei “giovani”. Eppure programmare un videoregistratore analogico, basta tornare indietro di qualche anno, non è mai stata operazione facile per nessuno e nemmeno sintonizzare analogicamente un televisore a tubo catodico. Il problema, allora, forse non è collegato all’età o alla parola “digitale” ma alla parola “transizione”: ogni cambiamento è normalmente fonte di stress cognitivo e lo stress è contagioso. La transizione coinvolge tutti gli attori del mercato e per averne prova diretta siamo scesi appunto nel mercato, trascorrendo qualche minuto in uno dei grandi negozi di elettronica di consumo che tutti conosciamo.

Domande sempre più inquietanti poste a commessi francamente poco preparati: “scusi, dica, ma le vedo le partite accadì con questo televisore? Ma la scheda dove la devo infilare? Ma se poi non funziona che devo fare?”. Sul volto del commesso, data anche l’ora tarda, la desolante mestizia di chi non è stato messo a punto, anche solo psicologicamente, per l’assalto alla diligenza. Interveniamo noi in supporto per tranquillizzare la signora che il marito potrà vedere le partite “accaddì” perché il televisore incorpora un ricevitore “Mpeg-4” e lo slot per l’inserimento della “CAM”, nella quale si infila la “Card”, mentre ci chiediamo mentalmente perché, invece dei bollini di tutti i colori, non ci sia scritto sopra “si vedono le partite accaddì a pagamento” (giacché quelle non a pagamento si vedono “senza se e senza ma”, ovvero senza CAM e senza Card).

Pile di decoder, ammassati all’ingresso come una volta sacchi di fagioli cannellini e lenticchie, vengono divorati da consumatori stressati da un’informazione catastroficamente martellante.
E’ bastata una singola intervista ad un singolo antennista (in evidente conflitto d’interesse col dato tecnico lampante: in era digitale servono meno antenne e a larga banda) a generare un articolo titolato “disastro digitale”, coinvolgendo un’intera regione d’Italia. Di conseguenza non ci stupiamo se nelle chiacchiere da fila alla cassa che stiamo moderando si percepisce confusione circa la reale portata degli eventuali problemi di ricezione. Un sapiente studente della vicina Università ci aiuta sottolineando che 50.000 telefonate disperate al call center (che fa quello che può, cioè poco essendo “a distanza”) possono sembrare molte ma sono in realtà pochissime rispetto agli oltre tre milioni di romani che non hanno avuto problemi.

Intanto, consumatori di tutte le età ancora all’assalto, che si lamentano meno delle loro associazioni “di categoria”, si concentrano sulla grandezza del nuovo tv. C’è chi si è portato il metro da casa mentre il commesso tenta di sostenere un’improbabile differenza fra “TV” e “Monitor TV” che il cliente, giustamente, accoglie con aria perplessa. Le cose sono più semplici di quanto le si dipinge, basta essere chiari: sono la stessa “cosa” venduta con due nomi diversi per motivi commerciali. Sul filone della partigianeria politica che sta dilagando in tutti gli ambiti della vita civile, un signore di mezza età ha la convinzione che “la televisione” sia un qualcosa di gestito direttamente “da loro”, da “quelli là”. Alla fine, se lo schermo è nero la colpa è del Governo, sarà per questo che molti si lamentano di problemi in ricezione quando piove (mentre l’amplificatore sul tetto sta inesorabilmente annegando).

Peraltro - è successo davvero - in Italia capita che mancando il segnale satellitare di SKY causa pioggia c’è chi telefona imbizzarrito a viale Mazzini. Insomma, in molti qui siamo d’accordo con la signora Marisa che spesso “anziani” si nasce, non si diventa.

Nessun commento :

Posta un commento