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Database frequenze e gara per assegnazione capacità trasmissiva digitale


Dopo tanta fatica (si fa per dire) è stato presentato in pompa magna il mitico "database" delle frequenze TV da parte del ministero delle Comunicazioni e AGCOM. A questo indirizzo http://www.comunicazioni.it/it/index.php?IdPag=1189 è possibile leggere un resoconto ufficiale e scaricare il materiale ovvero una presentazione fatta (abbastanza di fretta) con PowerPoint e un PDF di domande e risposte.


Avrete fatto caso ad una leggera vena polemica... che volete che vi dica? Se lo Stato impiega un anno per realizzare e popolare un database fatto con "Microsoft Access", presentandolo come lo strumento fondamentale per governare "la transizione al digitale", la reazione è questa. Non voglio denigrare il lavoro altrui ma guardiamoci negli occhi, non penso che questo "elenco di trasmettitori" e relative caratteristiche sia lo strumento fondamentale per capire non si sa bene cosa. Peraltro, basta guardare i file di presentazione, c'è sempre l'impressione che il maggior lavoro l'abbia fatto l'ufficio complicazioni affari semplici: si parla di "frequenze" distiguendo quelle "digitali" da quelle "analogiche" come se esistesse una differenza fisica fra un uso analogico ed un uso digitale! Cosa ci importa di sapere dove sono le migliaia di trasmettitori (circa 8000) usati fino ad oggi per trasmettere un segnale analogico? Invece di imporre a tavolino un piano come si è tentato di fare nel 2003 è stata fatta una foto che ovviamente sarà già cambiata perchè proprio in questo momento qualcuno avrà già trasformato (per fortuna) la "sua" frequenza in "digitale". Ovviamente il database potrà essere aggiornato in tempo reale, ma allora la sua funzione di studio qual'è? E siamo sicuri che potrà avvenire lo scambio di dati in maniera trasparente con il database europeo? Temiamo proprio di no, altrimenti si poteva usare un gestore opensource.

Tutto appare italianamente tirato un po via, come gestito da un ufficietto di provincia, un po come la presentazione in cui, alla faccia di Renzo Arbore, ancora si scrive "standards" invece di "standard" e si inseriscono inspiegabili foto satellitari prese da Google Maps pure ruotate di 90 gradi!

La pagina di presentazione dell'iniziativa si conclude con il solito richiamo alla scarsità delle frequenze di cui si dice esserci grande richiesta: In realtà lo stesso Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò ha appena sottolineato ( http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=internetNews&storyID=2007-06-04T152327Z_01_L04286021_RTRIDST_0_OITIN-TV-DIGITALE-CALABRO.XML ) come nonostante sia praticamente in atto la gara di assegnazione NON DELLE FREQUENZE ma del 40 % DELLA BANDA DIGITALE a disposizione, non sembrano esserci file per accaparrarsela, non c'è "effervescenza" nella produzione di contenuti... A pensarci bene perchè i "produttori di contenuti", che oggi sono società come Endemol, dovrebbero essere interessate a creare e pagare una capacità di trasmissione accesa 365 giorni l'anno? Forse non si è accorto nessuno che la legge praticamente favorisce la nascita di un "terzo anello" della catena, gli acquirenti del 40% che necessariamente non possono essere i "produttori di contenuti", i quali sono interesessati, appunto, a produrre e vendere i loro contenuti, non a "gestire un palinsesto".
C'è tempo fino a luglio di questo anno. Chissà se il Ministro avrà, all'epoca, la correttezza di ammettere che mettere a dispozione un'autostrada (a pagamento) non significa vedere milioni di italiani festanti percorrerla ringraziando il centrosinistra: mancano le macchine, cioè gli imprenditori che hanno voglia (o possibilità) di fare televisione, cioè palinsesto, non semplicemente programmi.

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