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Teoria e tecnica della Comunicazione


Proprio ieri sera, nel sempre accattivante format di G. Minoli, si parlava di televisione e il ministro Gentiloni ha dato modo di riflettere su come "una certa sinistra" sia rimasta veramente indietro sul piano teorico della comunicazione. Eppure il servizio era stato chiaro, ma andiamo con ordine.

Si parlava di televisione, in particolare dell'ascesa di Murdoch come tycoon multimediale (nel senso proprio del termine). Più in particolare, una parte del servizio sull'ascesa di Fox Corporation era riservato non al "potere della televisione" (che non esiste) ma al puntuale potere di specifiche tecniche psicologiche di persuasione, quella che in parole povere si chiama "propaganda" ovvero quella strategia che con l'uso di particolari parole, particolari immagini, particolari temi e particolari modi di porgerli è in grado, anche senza l'uso della televisione, di influenzare l'opinione e quindi forse la reazione del pubblico. Nessuna novità, quindi, per chi è appena smaliziato nello studio oppure nella storia: ai tempi del fascismo, pur senza televisione, la propaganda funzionava lo stesso, con le stesse tecniche e con gli stessi risultati.

Quello che stupisce è che al ritorno in studio il ministro abbia commesso un paio di errori dal mio punto di vista imperdonabili (per il ministro della comunicazione): ha confuso il potere della "propaganda" con "la televisione" in senso generico, e già questo comporta il "si presenti al prossimo appello" ma ha pure sostenuto che in Italia il TG di R4 è fatto nello stesso modo! E se non è ottusità questa...

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